200 scatti in bianco e nero. Molti inediti. Così in occasione dell’80esimo anno dalla Strage di Sant’Anna di Stazzema, l’associazione martiri di Sant’Anna ha voluto onorare le vittime della strage nazifascista del 12 agosto 1944 nella quale furono uccise 560 persone, di cui 130 bambini. Le foto raccolte con una intensa campagna di ricerca, in particolare attraverso i familiari dei civili caduti, restituiscono un volto nuovo, inedito appunto, alle vittime.

Si vedono bambini imbronciati davanti al fotografo, oppure vestiti con abiti nuovi. Ma anche una coppia al loro matrimonio e, ancora, una giovane ragazza acconciata con delle treccine. Gli scatti restituiscono la verità di quelle vite, spezzate dalla furia nazifascista.

Alcune foto, appunto, sono state raccolte grazie ai familiari delle vittime, mentre altre erano già di proprietà dell’archivio del Parco nazionale della pace di Sant’Anna. La maggior parte delle immagini ritraggono i volti dei martiri della strage di Sant’Anna, mentre una piccola parte sono di coloro che furono uccisi nelle località di Mulina, Valdicastello, Capezzano Monte e Bardine San Terenzo.

Il video con le immagini esclusive è stato proiettato dopo la fiaccolata silenziosa che si è tenuta ieri, domenica 11 agosto, alla vigilia dell’anniversario dell’eccidio, e sarà visibile a tutti a Col di Cava. Le immagini entreranno poi a far parte della dotazione del Museo della Resistenza di Sant’Anna e serviranno anche per il restauro delle lapidi dei defunti sepolti al Sacrario.

“È un’iniziativa importante che abbiamo promosso – dice Umberto Mancini, presidente dell’Associazione martiri di Sant’Anna – perché ci sembrava giusto ricordare le vittime dandogli un volto e rendendo pubbliche le foto. È stato un progetto che abbiamo realizzato grazie al Museo della Resistenza di Sant’Anna, con l’Amministrazione comunale e il Parco nazionale della pace. È la prima volta che questo patrimonio di immagini viene portato alla luce. Ovviamente la raccolta di fotografie è ancora in corso. A tal proposito invitiamo tutti i parenti delle vittime che non avessero ancora provveduto di inoltrare al Museo le foto in loro possesso, così da avere un archivio che non sarà mai esaustivo ma senz’altro inestimabile”.

La raccolta delle foto non è l’unica iniziativa portata avanti in occasione dell’80esimo anniversario. Per ricordare uno dei crimini di guerra più gravi che l’Italia abbia mai subito è stato realizzato un podcast di sette puntate dal titolo Cenere. Il podcast è stato creato dall’agenzia Capo Verso e prodotto da Modisfera e si tratta di un lavoro di memoria collettiva, partito più di un anno fa, utilizzando le voci dei superstiti e le figure chiave del processo, come l’ex procuratore Militare Capo di La Spezia Marco De Paolis e lo storico Paolo Pezzino. Il podcast, pensato per avvicinare i giovani alla memoria della strage, “è costruito, in alcuni momenti, per far essere le persone lì, il 12 agosto 1944, col sound design proviamo a portare le persone in quel momento – ha spiegato il produttore esecutivo Alessandro Bientinesi – Traumi e dolori così grandi bruciano una quantità tale di energia da generare una pesante cenere che può ricoprire, seppellire e avvelenare la memoria. Ma se la si riesce a soffiar via, la cenere, e non la memoria, là sotto si troverà la brace di una nuova possibilità di rinascita. Pronta a riaccendere nuove voci e nuove vite”.

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