L'atleta marchigiano ha dovuto salutare la rassegna olimpica tra le lacrime
L’obiettivo di replicare una medaglia olimpica, magari di nuovo l’oro, si infrange sull’asta posta a 2,27 metri. Per Gianmarco Tamberi, i sacrifici di anni di allenamento vengono vanificati da una maledetta colica renale che non gli ha dato tregua. Un caso seguito da tutti gli appassionati sportivi che speravano in una nuova impresa dell’atleta marchigiano. Un’ombra però si è allungata sulle cause della debacle fisica di Tamberi. Sotto accusa la dieta che ha seguito in questi mesi, da lui stesso definita “feroce”. Consideriamo infatti che alle scorse olimpiadi di Tokyo l’atleta (oggi ha 32 anni), pesava 76 chili, ai recenti campionati di Roma 74,2, mentre a Parigi la bilancia si è fermata a 72 kg, per 1,91 metri di altezza. “Devo arrivare alle Olimpiadi che sono al limite, per cui se perdi un chilo non hai più le energie e se hai un chilo in più invece è zavorra, quindi è molto complicato. Mi pesa tantissimo”, aveva dichiarato Tamberi nelle scorse settimane. E adesso che la polemica infiamma, è tornato a giustificare via social il dimagrimento: “Giusto per dare qualche informazione in più a chi scrive senza informarsi… È l’aumento di peso che porta ad un maggiore rischio di coliche renali, non la perdita di peso“, ha commentato l’olimpionico italiano.
Qualche interrogativo
“Pur non essendo completamente chiara la dieta seguita da Tamberi, almeno una cosa risulta evidente: l’atleta ritiene che per l’attività svolta il suo peso dovrebbe essere particolarmente basso. Ma se da un lato è ovvio che il sovrappeso è da evitare, e non solo a fini agonistici, dall’altro, le sue affermazioni vanno contro il concetto stesso di ‘peso forma’ che, come indica l’espressione stessa, ti assicura le migliori condizioni fisiche per ottenere i tuoi obiettivi – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Gabriele Buracchi, biologo nutrizionista -. Questo peso deve essere determinato in base ai vari parametri: sesso, età, altezza, struttura muscolare e attività svolta. Il fatto che abbia perso 2 chili in 2 mesi, di per sé non è degno di nota, ma dipende ovviamente da quale era il punto di partenza, dal peso forma – appunto – e dalla modalità con cui questi 2 chili sono stati persi”.
Dieta con troppe proteine
L’elemento che però salta più all’occhio è il fatto che Tamberi ha seguito una dieta iperproteica, “anche se non sappiamo esattamente quanto iperproteica fosse – continua Buracchi – In ogni caso, la colica e gli altri disturbi fanno intuire l’assunzione di un deciso eccesso di proteine. Un eccesso proteico comporta inevitabilmente un aggravio nel lavoro di fegato e reni, con formazione di calcoli renali e di coliche conseguenti”.
Di fatto, un atleta che fa uno sport anaerobico come il salto in alto “è vero che ha bisogno di più proteine, ma se non le compensi con i carboidrati giusti e non metti una buona fibra, l’organismo si ribella, si concentrano gli ossalati nel rene e si formano i calcoli renali. Questo comporta coliche renali e debilitazione, e il dolore è insopportabile”, ha inoltre spiegato a La Repubblica il professor Giorgio Calabrese, nutrizionista e consulente del governo in materia.
Bere tanta acqua
C’è inoltre da dire che una dieta iperproteica, se viene seguita per pochi giorni, “deve essere anche accompagnata da un abbondante consumo di acqua, meglio se ricca di minerali come il calcio per la prevenzione dei calcoli”, aggiunge il dottor Paolo Pigozzi, medico nutrizionista e autore di numerosi saggi sui temi della sana alimentazione.
Nonostante sia diffusa l’idea che siano da evitare, le acque ricche di calcio sono addirittura raccomandate. Ancora di più se bevute in prossimità dei pasti. I calcoli sono in genere costituiti da ossalato di calcio, e il problema è proprio nell’ossalato, che il calcio invece aiuta a ridurne l’assorbimento. “Se invece stiamo fronteggiando una colica renale, vale la regola, se si è in grado di farlo, di bere acque poco mineralizzate”, precisa Pigozzi.
Un altro elemento come conseguenza di una dieta iperproteica è l’aumento della possibilità di crampi quando si usano, anche blandamente, i muscoli: “In effetti un eccesso proteico non solo fa lavorare di più i reni per smaltire l’azoto in eccesso – sottolinea Buracchi – ma provoca vari effetti, tra cui la perdita di calcio dalle ossa che diventano quindi più deboli e fragili. Il calcio disperso in questo modo nel sangue diviene un’importante materia prima per la formazione di calcoli, non solo nei reni”.
Cattive condizioni fisiche
Le immagini che abbiamo visto in questi giorni dell’atleta mostrano una persona non in buone condizioni fisiche, “con la pelle che rimane ‘staccata’ dai muscoli sottostanti, fenomeno che avviene spesso e comprensibilmente nelle persone anziane non molto curate – evidenzia ancora Buracchi -. Ma la cosa che mi ha ancora più colpito dalle sue dichiarazioni, a parte gli errori alimentari, è il fatto di voler smettere l’attività a causa della dieta. Certo, se uno segue una dieta squilibrata e pericolosa sarà la dieta stessa a farti smettere. Come dicevano i latini Quisque faber fortunae suae… ognuno è l’artefice della propria sorte”.
Per cui il consiglio degli esperti, in particolare in questi casi, è innanzitutto quello di farsi sempre seguire da uno specialista in nutrizione.