Mezzo milione di dollari per facilitare il trasferimento di attrezzature minerarie, che rischiavano di essere distrutte dalla guerra, da Pokrovsk, punto caldo del fronte nell’Ucraina dell’est nell’oblast di Donetsk, alla regione di Leopoli-Volinia, nell’Ucraina occidentale. È la maxi tangente che si sarebbe intascato, secondo l’accusa, uno dei quattro vice ministri dell’Energia di Kiev. L’uomo, identificato da Ukrainska Pravda come il vice ministro Oleksander Kheil, è stato arrestato. Insieme a lui sono state fermate altre tre persone.

A rendere noto l’arresto è stato il Servizio di sicurezza ucraino, senza però menzionare il nome di Kheil. Poco dopo, però, come riporta il Kyiv independent, il portale ufficiale del Consiglio dei ministri ucraino ha riferito che Kheil era stato licenziato.

Secondo la testata ucraina le tre persone coinvolte da Kheil sarebbero un commerciante di energia indipendente, il direttore di una società energetica nell’Oblast di Mykolaiv e il direttore di una società mineraria nell’Oblast di Donetsk.

Il servizio di sicurezza ucraino ha documentato diverse tranche di pagamenti di tangenti e, secondo quanto riferito, gli individui in questione sono stati colti “con le mani nel sacco” e rischiano ora fino a 12 anni di carcere.

Da mesi il presidente Volodymyr Zelensky ha promesso tolleranza zero sul tema della corruzione in Ucraina.

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