Il trend sta spopolando su Tik Tok, con oltre 70 milioni di visualizzazioni. Per i giovani, è un modo alternativo per cercare di guarire ferite con cui fanno fatica a convivere
Una “insalata di dolci” per superare i traumi della vita, aggiungendo caramelle in una ciotola a ogni nuova confessione. È la tendenza che sta spopolando online tra la generazione Z e che, su TikTok, ha già raggiunto più di 70 milioni di visualizzazioni. I giovani hanno cominciato a versare le loro lacrime su mucchi di dolciumi, condividendo in rete i loro “trauma dump”. Un modo alternativo per liberarsi di dolori con cui fanno fatica a convivere.
“Ciao sono Abby e quando avevo sedici anni, mia zia mi ha fatto cadere da un dirupo”; “Mi chiamo Bella e, quando sono nata, mio padre ha nascosto la droga nella mia culla”, alcune delle storie rivelate tra pianti e sorrisi amari. Un metodo accolto anche da due influencer britannici, che hanno sottolineato le difficoltà derivanti dal loro lavoro: “Mi chiamo Angelina e una volta un gruppo di ragazzi di sedici anni ha iniziato a tirarmi dei sassi mentre facevo delle interviste”, uno dei racconti. E ancora: “Una volta ho ricevuto così tanto odio da un video che stavo guidando piangendo e poi ho avuto un incidente”.
Sfoghi contro critiche e violenze, ma anche rivelazioni su relazioni familiari complicate e vicende bizzarre. “Mia madre mi ha bloccato su Facebook e non ci parliamo da più di due anni”; “Ciao, sono Joe e quando avevo due anni e stavo imparando a usare il vasino, ho visto la mia cacca per la prima volta e mi sono spaventato così tanto che non l’ho fatta per undici giorni e mi hanno portato in ospedale…”, le dichiarazioni di altri ‘dump’. A sostenere i giovani sono stati numerosi utenti che, sul web, hanno espresso la loro preoccupazione e ammirazione. “Il modo in cui sembrate tutti così dolci. Il mio cuore soffre per tutti voi, spero che stiate bene”, ha scritto qualcuno; “Mi dispiace tanto per il trauma che avete dovuto sopportare. Spero che ora stiate vivendo delle vite meravigliose”; “Siete tutti così forti per essere riusciti a superare tutto questo. Anche quell’insalata di caramelle sembra fantastica”, i messaggii di sostegno di altri.
IL PARERE DEGLI ESPERTI – Ma non è tutto oro ciò che luccica. Con il tempo, il trend è diventato preoccupante perché alcuni giovani hanno cominciato a inquadrare, accanto a loro, pile di medicinali. Il fenomeno è stato attenzionato anche dallo psicologo Vikas Keshri, direttore clinico del Bloom Care Counselling and Therapy Services: “Ognuno affronta i traumi in modo diverso; quindi, questo potrebbe essere un metodo per affrontare gli eventi traumatici attraverso qualcosa di leggero e divertente, come la tendenza delle insalate di caramelle”, ha spiegato. Importante, però, non limitarsi ad affidare le proprie ferite interiori ai social media e rivolgersi a professionisti: “In generale, se si verificano flashback, insonnia o si lotta con ricordi traumatici di eventi accaduti da qualche settimana a qualche mese fa, è meglio parlare con uno specialista della salute mentale autorizzato”, ha poi chiosato.
Stando a quanto riportato dal Daily Mail, secondo la psicologa e ricercatrice associata dell’università di Oxford, Nelisha Wickremasinghe, il ‘trauma dumping’ potrebbe essere un segnale di un problema psicologico più profondo, come un disturbo di personalità o da stress post-traumatico. “Le persone che ‘scaricano’ pensieri, sentimenti ed energie traumatici sugli altri, che parlano e si comportano con ‘vulnerabilità selvaggia’, trovano molto difficile organizzare, elaborare e filtrare i propri sentimenti in modo appropriato”, ha sottolineato. Un riferimento, poi, anche al fenomeno della condivisione eccessiva: “Eccedere nell’emotività è incoraggiato ed è diventato la norma sui social media, nei talk show e nei reality show. Le persone sono sempre più confuse dai messaggi culturalmente contrastanti su cosa e quando è giusto condividere”.
Tra le varie spiegazioni della psicologa, anche quella del ‘trauma dumping’ come conseguenza de “la parte del nostro sistema emotivo che è vigile e reagisce al pericolo” e che lei chiama “cervello della minaccia”. “Un cervello iperattivo e sensibile alle minacce ci inonda di sentimenti e pensieri potenti che, se non li calmiamo e li conteniamo, alla fine si riverseranno nella vita quotidiana e nelle relazioni – ha evidenziato –. Il nostro cervello sensibile alle minacce può essere attivato sia da minacce reali che immaginarie, motivo per cui, per alcune persone, anche problemi relativamente minori possono sembrare terrificanti: la nostra capacità di ripetere, immaginare e riflettere eccessivamente li rende tali”.