La Procura di Monza ha chiesto al gip l’archiviazione dall’accusa di maltrattamenti per Emanuela Maccarani e Olga Tishina, direttrice tecnica e assistente della squadra azzurra di ginnastica ritmica che ha vinto la medaglia di bronzo alle Olimpiadi. La pm titolare dell’inchiesta, Manuela Massenz, ha siglato l’atto per chiedere la chiusura del fascicolo per l’utilizzo di “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità”. La giustizia sportiva aveva già espresso il giudizio, con un ammonimento per Maccarani, “colpevole” di aver usato terminologie ritenute lesive dalle atlete per “troppo affetto”, e l’assoluzione per Tishina.

La vicenda è esplosa nel 2022, quando la ginnasta Nina Corradini denunciò i presunti abusi subiti, parlando di “cerimonie” del peso prima degli allenamenti, a seguito delle quali ha detto di essere sempre stata fatta mettere sulla bilancia “in mutande e davanti a tutti”, e se il responso non era soddisfacente, di essere stata costretta a subire presunte pesanti commenti sulla sua forma fisica. L’atleta aveva poi dichiarato di aver iniziato ad avere problemi con il cibo, di aver cominciato ad imporsi di saltare i pasti e di comprare lassativi. Una denuncia analoga è stata poi presentata dalla compagna di squadra Anna Basta, la quale ha spiegato nelle audizioni di aver rinunciato anche alle Olimpiadi di Tokyo e di aver pensato al suicidio perché non riusciva a sopportare il rapporto malsano con il cibo e la sua immagine. Dichiarazioni simili sono state rese da Giulia Galtarossa e Ilaria Barsacchi.

La giustizia sportiva è stata più veloce di quella ordinaria. Facendo partire immediatamente le audizioni delle atlete e delle stesse due allenatrici, il Tribunale sportivo, nel settembre del 2023, ha assolto le due coach dalle accuse, sottoponendo solo Maccarani a un richiamo e derubricando le terminologie denunciate dalle atlete (che hanno dichiarato di essere state chiamate “maialino”), a eccessi di confidenza dettati dalla vicinanza affettiva della dt. Allora Nina Corradini dichiarò di aver “preso atto della decisione del Tribunale sportivo, che purtroppo non mi sorprende”. “Scoprire che gli abusi subìti da me, Anna Basta e le altre vengono giustificati come ‘eccesso d’affetto’, mostra in maniera inequivocabile la distanza tra le atlete e l’organo che dovrebbe garantire la loro tutela” aveva aggiunto. Maccarini invece, aveva commentato: “Sono stati 11 mesi estremamente difficili per quel che riguarda la mia persona e la mia figura professionale. Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita. La mia coscienza è tranquilla al punto che mi ha permesso di lavorare in questi mesi. Avete potuto sentire le motivazioni e le deposizioni fatte dagli avvocati e di conseguenza i fatti si sono esposti con chiarezza”.

La procura di Monza, invece, ha aperto un fascicolo nel dicembre del 2022 sulle violenze psicologiche subite da alcune giovani atlete di ginnastica ritmica dell’Accademia internazionale di Desio, in provincia di Monza e della Brianza. Dopo le rivelazioni fatte da due ginnaste, minorenni all’epoca dei fatti, l’obiettivo della procura era quello di far luce sulle responsabilità degli abusi psicologici e sui comportamenti vessatori denunciati. Una delle due indagate – insieme all’assistente Olga Tishina – era proprio Emanuela Maccarani: sospesa dalla Federazione, quando la notizia delle prime denunce era trapelata sulla stampa, aveva inviato ai colleghi un messaggio Whatsapp, per difendere la sua posizione. Le ragazze avevano raccontato nel dettaglio il contesto nel quale gli abusi si sarebbero verificati. Quasi un anno dopo, Maccarani è tornata ad allenare portando le ragazze della ginnastica ritmica alla medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi. “Come si può pensare di lasciarmi allenare queste ragazze se fosse vero“, ha dichiarato nei giorni scorsi. “Credo che bisogna avere grande equilibrio, oltre che essere consci di ciò che è stato l’operato. Mai e poi mai avrei accompagnato una squadra olimpica se ci fosse stato un briciolo di verità rispetto a quanto accusato”. Ora la parola passa al gip di Monza che potrà accogliere o meno la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura.

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