Crime

Emanuela Orlandi, gli audio esclusivi: “Fa male, basta, mi sento male. Dio, perché?”. La cassetta delle torture spedita all’Ansa

La registrazione del Lato B di cui pubblichiamo un estratto su concessione di Pietro Orlandi, è un audio che dà i brividi e dopo 41 anni ancora suscita profonda inquietudine all'ascolto. - Attenzione, contenuti audio non adatti a un pubblico sensibile - 

di Alessandra De Vita

La scomparsa di Emanuela Orlandi è uno dei misteri più oscuri e complessi del nostro Paese. Mentre ci sono tre inchieste aperte per far luce sul caso della 15enne vaticana scomparsa nel 1983, proponiamo una ricostruzione accurata delle prime fasi della vicenda, con audio dell’epoca concessi a FqMagazine in esclusiva da Pietro Orlandi.

La cassetta delle torture

Il 17 luglio del 1983, a meno di un mese dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, viene spedita una cassetta in via della Dataria, presso la sede dell’Agenzia Ansa. Quattro giorni prima, un’altra cassetta era stata lasciata sotto il colonnato di San Pietro dai presunti rapitori, ma è stata prelevata dai funzionari vaticani.
Ci sono diverse trascrizioni di quel nastro recapitato all’Ansa. Sappiamo che il Lato A contiene delle voci maschili che con accento straniero leggono in italiano un proclama ufficiale in cui chiedono la liberazione dell’attentatore del Papa Alì Agca in cambio di Emanuela. La registrazione del Lato B di cui pubblichiamo un estratto su concessione di Pietro Orlandi, è un audio che dà i brividi e dopo 41 anni ancora suscita profonda inquietudine all’ascolto. Si sente la voce di una ragazza che sta subendo delle violenze, “sottoposta a stimolazioni dolorose di intensità variabile e progressivamente crescente” (come si legge da un rapporto del Sismi). Poche e frammentate parole emergono da questa registrazione e la voce potrebbe essere quella di Emanuela Orlandi. Fa riferimento a del sangue, nei suoi strazianti lamenti. “Fa male“, dice e poi ancora “basta, mi sento male” fino alla terribile e ripetuta domanda: “Dio, perchè?”. Ad ascoltarla è stato solo Ercole Orlandi, il papà di Emanuela che fino alla morte ha sempre detto di aver avuto l’impressione di riconoscere in quel nastro la voce di sua figlia, soprattutto in quel frammento in cui dice: “Per favore, mi lasci dormire adesso?”.

C’è anche il rumore di un proiettore in sottofondo, dunque in ballo ci sarebbero i nastri prodotti da due apparecchi diversi, un proiettore che proiettava la scena ed un registratore che registrava il contenuto su audio cassetta. Di questo lato del nastro ci sono almeno due versioni diverse tra loro, per contenuti e durata. Una delle ipotesi è che ciò che ci è pervenuto sia una registrazione di una registrazione probabilmente tagliata ad hoc come si può sentire anche dai tagli percepibili all’ascolto. Ancora è ignoto dove possa trovarsi la versione originale di quel nastro.

Da una ricerca di Pietro Orlandi tra i documenti dell’epoca è venuto fuori che in quei giorni, nel 1983, quel nastro viene fatto analizzare da esperti del Sismi che metto nero su bianco che quella voce “corrisponde a quella di Emanuela”. Contrariamente a quanto verbalizzato, qualche giorno dopo l’ascolto, gli inquirenti dicono al padre di Emanuela di aver verificato bene la registrazione e che si tratta di spezzoni di un film porno messi insieme da un mitomane.
Questa versione che vi faremo ascoltare è quella recuperata da Pietro Orlandi nel 2016, a indagini ormai concluse, ed è soltanto una parte di quella registrazione originale, poi riversata su cd.

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