Fratelli d’Italia anticipa eventuali mosse della magistratura ed espelle dal partito, “con effetto immediato”, il deputato Andrea De Bertoldi: si sarebbe messo “a disposizione” – scrivono i componenti della Commissione nazionale di disciplina e garanzia di Fdi – di un gruppo di imprenditori del settore geotermico in Toscana “previa sottoscrizione di un contratto di consulenza professionale con il suo studio associato di commercialisti“. Un provvedimento arrivato poche ore dopo l’annuncio dello stesso De Bertoldi dell’uscita dal partito di Giorgia Meloni.

Fdi chiude, Forza Italia apre – A memoria non si ricordano precedenti recenti di partiti che hanno deciso di espellere un proprio parlamentare prima di possibili decisioni dei magistrati, anzi. Ma se i probiviri di Fdi intervengono prima di un’eventuale indagine dei pm, Forza Italia – invece – è pronta a spalancare le porte all’ex meloniano cacciato dal partito. Annunciando lunedì mattina il suo addio a Fratelli d’Italia, De Bertoldi ha fatto sapere che “alla ripresa dei lavori” farà le sue “valutazioni per individuare la mia prossima allocazione, che non potrà che essere improntata ai valori della moderazione, e del cattolicesimo liberale”. Un riferimento esplicito al partito fondato da Berlusconi.

La vicenda del 2023 – De Bertoldi è accusato per i legami con società energetiche: lui, però, respinge le accuse e parla di “dissenso politico“. I riflettori sul deputato trentino si accendono nel marzo del 2023, con un articolo di Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano: il parlamentare, professione commercialista, era risultato co-fondatore di una società di consulenza fiscale (la LdB Tax & Advisory) che offre servizi legati ai crediti d’imposta, ma al tempo stesso era relatore in commissione Finanze alla Camera del disegno di legge per convertire il decreto sul Superbonus.

L’azione disciplinare – La svolta interna al partito risale invece al mese di giugno del 2024 quando il responsabile del Dipartimento Organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, promuove un’azione disciplinare nei confronti di De Bertoldi, “rappresentando” al collegio dei probiviri la vicenda, “di cui riferiva essere venuto a conoscenza” da un consigliere regionale della Toscana di Fdi. A completare l’esposto è una copia del contratto di consulenza “avente ad oggetto la costituzione di un consorzio di imprese tra i soggetti già costituenti una rete di imprese per la migliore tutela dei loro interessi sul territorio e per la prosecuzione dell’attività commerciale connessa alla produzione di energia rinnovabile prodotta con gli impianti di geotermia“. Il contratto, “sotto forma di lettera di incarico professionale, su carta intestata dello studio professionale” vedeva quale destinatario “lo studio professionale, nella persona del dott. – omissis – e del dott. Andrea De Bertoldi”, scrivono i probiviri nel provvedimento.

La decisione del partito – A De Bertoldi viene dunque contestata questo “presunto conflitto di interessi” che si traduce nella violazione dell’articolo 3 dello Statuto e degli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 del Codice Etico di Fdi. Nell’udienza preliminare dello scorso 4 luglio davanti alla Commissione disciplinare, De Bertoldi ha negato “radicalmente ogni addebito” sostenendo “la propria estraneità dalla vicenda professionale indicata”. I probiviri non credono però alla versione del deputato. “La circostanza che vede un soggetto alla ricerca di rapporti di tipo istituzionale con rappresentanti dello Stato al solo fine di sottoporre istanze di settore che rivestono natura squisitamente politica, sottoscriva invece un contratto professionale con lo studio del proprio interlocutore che è pure esponente politico di rilievo in campo nazionale, per certo rappresenta un fattore di inopportunità che, sotto il profilo di etica interna ad un partito politico – e, quindi, disciplinare – non può essere sottaciuto e disconosciuto“, rincarano i membri della Commissione. “Né – proseguono – l’on. De Bertoldi ha compiutamente fugato ogni dubbio sull’assenza dei suddetti rilievi”. “La circostanza che un esponente di rilievo nazionale di Fratelli d’Italia possa incorrere in valutazioni di inopportunità nei propri rapporti professionali o di un presunto conflitto di interessi lederebbe inevitabilmente l’immagine del partito politico, che sulla trasparenza e sull’integrità delle condotte incentra le proprie battaglie valoriali contro un diffuso malcostume nazionale“, si legge ancora nel provvedimento di espulsione.

I contrasti interni – De Bertoldi replica definendo il provvedimento dei probiviri come “strumentale e senza alcun fondamento, su fatti che ho già avuto modo di chiarire ampiamente” e si dice “pronto ad agire in ogni sede opportuna a tutela della mia reputazione e della mia integrità personale e professionale”. “La mia decisione” di lasciare il partito – ha aggiunto – “è frutto di un lungo processo di dissenso politico dal Partito nata per difendere le ragioni della mia Provincia Autonoma dalla volontà di accentramento decisionista del partito”. Nelle ultime settimane il deputato aveva preso posizione contro le ambiguità di Fdi sul fascismo e sulla fiamma nel simbolo. In un’intervista ad Avvenire il 30 luglio – dopo l’inchiesta di Fanpage e a procedimento già iniziatoaveva dichiarato che “servono prese di posizione nette, senza ambiguità verso ridicoli e patetici emuli di un passato regime, da cui Fdi deve continuare a dichiararsi lontana. Queste persone vanno allontanate, ma sono critico anche verso chi ha fatto finta di non vedere girandosi dall’altra parte, e magari ha flirtato con loro per qualche preferenza in più”. Sul tema della fiamma nel simbolo, invece, “è arrivato il momento di andare oltre”, aveva commenta De Bertoldi: “Se davvero vogliamo essere un partito conservatore, liberale, democratico, che guarda al futuro si dovrebbe consegnare alla storia l’icona della destra storica”, concludeva.

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