Prima il suo ufficio messo a soqquadro, adesso le minacce dirette. “Devi smetterla di occuparti dei figli degli altri“: è questa la frase scritta su un foglio – insieme a una croce – trovato all’interno di un fascicolo d’ufficio. Destinataria, anche questa volta, è la procuratrice per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, impegnata da tempo nella tutela anche dei figli dei mafiosi e dei trafficanti di droga, per i quali nei casi più gravi ha chiesto al Tribunale per i minori l’allontanamento dalle famiglie.
Come riporta Repubblica Palermo, il foglio è stato lasciato nel palazzo di giustizia che si trova all’interno del complesso del Malaspina. Il ritrovamento risale allo scorso 5 agosto e per la procuratrice il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Massimo Mariani, ha già disposto il rafforzamento della scorta. Sulla vicenda indagano i carabinieri del nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dalla Procura di Caltanissetta: disposte una serie di analisi sul foglio, affidate ai carabinieri del Ris. Altri accertamenti, invece, sono state fatti al momento del sopralluogo nelle stanze della procura.
Nelle ore in cui il foglio sarebbe stato lasciato nell’edificio dell’istituto minorile Malaspina venivano girate alcune scene del film di Ricky Tognazzi e Simona Izzo dedicato alla giudice Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone e per 17 anni sostituta procuratrice per i minorenni, prima di diventare consigliera di Corte d’appello. Allo Sperone, periferia di Palermo, Caramanna e i suoi sostituti hanno chiesto 50 provvedimenti dopo un maxiblitz antidroga dei carabinieri. Nelle indagini alcune telecamere nascoste avevano mostrato i bambini accanto agli adulti che preparavano le dosi di droga o contavano banconote. E la procuratrice si era recata personalmente a far visita al sacerdote della zona, attivo nel contrasto contro la criminalità. La procura per i minorenni di Palermo si occupa anche di organizzare con Libera attività di formazione per i figli dei boss di Cosa nostra.
Per Caramanna si tratta della seconda intimidazione in un anno e mezzo: a fine marzo 2023 si era registrata un’incursione nella stanza della procuratrice – sempre nel complesso del Malaspina – che era stata messa a soqquadro. Il sindaco di Palermo Roberto Lagallaha ha espresso condanna per le nuove minacce e la solidarietà e vicinanza anche di tutta l’amministrazione comunale. “L’episodio inaccettabile dice come ci sia un chiaro disegno delle famiglie mafiose che punta a ostacolare chi, come il procuratore Caramanna, si impegna concretamente e con coraggio per spezzare in modo netto quel cordone che lega i figli dei boss con i loro nuclei familiari, contaminati dalla mafia”, ha detto Lagalla.