Lavoro & Precari

Caporalato, controlli dei Carabinieri su 958 ditte “a rischio”: “Irregolarità nel 53% dei casi. Denunciati in 486, multe per cinque milioni”

Violazioni della normativa sul lavoro sono state individuate dai Carabinieri nel 53% delle imprese ispezionate nell’ambito di una campagna di contrasto al caporalato, portata avanti dal 1° al 10 agosto su tutto il territorio nazionale. Le attività, si legge in una nota dell’Arma, “sono state precedute da una meticolosa consultazione e attenta analisi delle banche dati al fine di individuare le aziende potenzialmente a rischio“: al termine delle operazioni sono state controllate 958 ditte, in 507 delle quali sono state riscontrate irregolarità. In particolare, comunicano i Carabinieri, “si è provveduto a verificare 4.960 posizioni lavorative, di cui 1.268 sono risultate irregolari (di queste, 346 erano lavoratori in nero); tra i lavoratori controllati, 2.314 erano lavoratori extracomunitari, di cui 213 risultavano impiegati in nero, e 29 i minori, di cui nove impiegati in nero”.

A 145 aziende, il 15% di quelle controllate, è stata notificata la sospensione dall’attività imprenditoriale: in 75 casi per lavoro nero, in 41 casi per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e in 29 casi per entrambe le ipotesi. Inoltre, comunica ancora l’Arma, sono stati emessi 144 provvedimenti di diffida ed elevate 848 prescrizioni amministrative. Sul piano penale sono state denunciate in libertà 486 persone, “resesi responsabili di violazioni del Testo unico sull’immigrazione, della normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di altre fattispecie penali”: di queste, 19 sono accusate del reato di caporalato previsto dall’articolo 603-bis del codice penale. In conseguenza di ciò, si legge, “sono stati liberati dallo sfruttamento cinquanta lavoratori“. Infine, “sono state elevate sanzioni e ammende per oltre quattro milioni e novecentomila euro e sequestrati tre furgoni per il trasporto di braccianti agricoli nei campi”.