Trenitalia assicura: “Siamo arrivati al giro di boa dei lavori per l’alta velocità tra Montebello Vicentino e Montecchio, il cronoprogramma è rispettato e dopo il 20 agosto il traffico sulla Verona-Vicenza-Venezia tornerà regolare”. Sarà anche così, ma vai a raccontarlo ai viaggiatori che stanno vivendo un incubo non solo sulla Milano-Venezia, ma in tutto il Veneto, a causa della posa dei binari dell’Alta Velocità. È dalla fine di luglio che il traffico è rivoluzionato, costringendo a spostamenti lunghissimi, con la variabile angosciante degli autobus sostitutivi. Settimane di passione che rasentano il ridicolo, se si pensa che Trenitalia indica, in un caso estremo, una percorrenza di tre ore e mezzo per raggiungere Bassano del Grappa da Vicenza, che dista appena 35 chilometri di distanza.

Da Verona Porta Nuova a Vicenza i treni non possono transitare e così si innesca una carambola pazzesca. Chi va dal capoluogo lombardo verso Venezia o comunque verso est, se viaggia su una Freccia deve sobbarcarsi un percorso aggiuntivo da Verona a Bologna e quindi a Padova. Il viaggio si allunga fino a 120 minuti, ha scritto Trenitalia sul proprio sito, così da rintuzzare richieste di risarcimento dei viaggiatori. In realtà si arriva anche a 150 minuti dalla Lombardia a Venezia, ridotti a 90 minuti dal Veneto a Milano. Disagi che il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, finge di non vedere. Perseverando nel rivendicare indici di puntualità (“superiore al 90%”, ha fatto sapere martedì) evidentemente assai poco indicativi.

Sono le singole tratte che danno il senso del caos e del fatto che un viaggiatore sia in balia di orari non sempre rispettati e di eventi non sempre prevedibili, a cominciare dalle coincidenze. Il tutto nel calore agostano. Per andare da Padova a Verona si impiegano due ore e un quarto, perché bisogna scendere fino a Bologna (con le Frecce) e in qualche caso perfino cambiare treno. Se poi da Padova si va a Milano, Bologna diventa lo snodo per trovare un convoglio via Reggio Emilia, risparmiando un bel po’ di tempo. Chi invece deve andare proprio a Verona ha anche la possibilità di un regionale, instradato via Legnago, che tocca una dozzina di stazioni nel mezzo della pianura padana.

Sulla tratta Padova-Verona il Frecciarossa è la lepre che arriva dopo la tartaruga, impiegando anche due ore e 12 minuti, fino a 20 minuti in più dei regionali. Ma attenzione. Se per qualche imperscrutabile motivo un viaggiatore volesse prendere il Frecciarossa delle 14.56 da Padova, direzione Verona Porta Nuova, si sobbarcherebbe un viaggetto di 2 ore e 39 minuti, al modico prezzo di 40 euro e 40 centesimi, per raggiungere velocemente prima Bologna e poi risalire verso l’Adige con un regionale veloce, che transita per una decina di stazioni, tra cui Crevalcore, Ostiglia e Isola della Scala.

L’avventura vera comincia per raggiungere Vicenza. Padova e il capoluogo berico distano una trentina di chilometri, ma il viaggiatore deve salire su un treno regionale fino a Grisignano di Zocco (più o meno a metà strada) e qui cambiare, prendendo un autobus, fino a Vicenza, dove arriva, secondo l’orario, dopo 53 minuti. È invece di due ore e un minuto la durata fatidica dei percorsi con autobus sostitutivo che collegano la stazione ai piedi di Monte Berico con Porta Nuova, passando per Lonigo e San Bonifacio.

Non è finita perché a cascata il risiko ferroviario si completa con altre tre tratte. La Vicenza-Schio (34 chilometri) richiede 1 ora e 24 minuti, visto che vanno percorsi in autobus, con sosta in tutte le stazioni ferroviarie. Tra una settimana l’orologio segnerà tempi di una buona mezz’ora inferiori, ma è una magra consolazione.

Per andare da Vicenza a Bassano (una trentina di chilometri) si può fare mezzo giro del mondo, in questo caso al modico prezzo di 4,80 euro. Di solito da Vicenza si va in treno a Cittadella, poi si cambia per raggiungere Bassano. In totale: un’ora e 6 minuti. Adesso, siccome la linea Vicenza-Treviso è chiusa, bisogna usare gli autobus sostitutivi e la percorrenza schizza a un’ora e 39 minuti. Però prima di scegliere l’orario di partenza conviene informarsi per bene. Accade, ad esempio, che l’alternativa al treno 16167 delle 7.41 (da Vicenza) faccia arrivare a Bassano dopo 3 ore e mezzo, per il semplice motivo che la coincidenza del bus a Cittadella richiede un’attesa di 2 ore e 11 minuti. Chi vuole visitare il Veneto, con lo stesso biglietto, può prendere il viaggio delle 7.57: in bus fino a Grisignano di Zocco, poi in treno regionale fino a Padova, di qui in autobus (sobbarcandosi la bellezza di 50 fermate) fino a Bassano, dove arriverà alle 10.42, due ore e 45 minuti dopo la partenza. Ma c’è anche chi può aggiungere una cinquantina di minuti di attesa a Padova, aspettando che arrivi l’autobus.

Gli arditi che abbiano la necessità irrinunciabile di andare da Vicenza a Bassano alle 19.57 prenderanno il bus fino a Grisignano, poi il treno fino a Mestre, quindi da lì un treno che si ferma in tutte le stazioni, passando per Castelfranco e arrivando a Bassano alle 23.14.vA questo punto la Vicenza-Treviso offre poche sorprese, perché fino a Cittadella si fa in pullman e poi da Cittadella a Treviso in treno. Se qualcuno volesse avventurarsi sulla linea alternativa indicata da Trenitalia che passa per Mestre, dovrebbe prendere l’autobus fino a Grisignano, poi il treno fino a Venezia-Mestre e cambiare per raggiungere Treviso. Risultato: due ore e mezzo abbondanti.

La sorpresa finale viene spiegata da Adiconsum: “Non si possono chiedere i rimborsi per i ritardi dovuti all’interruzione del servizio tra Verona e Vicenza”, ma solo “di tutti quei servizi che indichino uno scostamento tra gli orari o i servizi offerti da Trenitalia sulla carta e quelli realmente offerti”. Nessun rimborso, ma ci si può consolare con la certezza di aver percorso molta più strada di quella prevista dal biglietto.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

Scippo di Stato

di Daniele Martini 12€ Acquista
Articolo Precedente

Kiev vuole rimpatriare entro tre giorni i 57 orfani ucraini ospitati nella Bergamasca, i tutori fanno ricorso. Unhcr: “Non sicuro”

next
Articolo Successivo

Il Tar riconosce il mobbing dell’Esercito sul maresciallo trasferito: “Stress lavoro-correlato dovuto a episodi vessatori e denigratori”

next