Il 40% delle aziende ispezionate in questi giorni dall’ Ispettorato nazionale del lavoro non aveva valutato o implementato lemisure di prevenzione specifiche contro il caldo. I controlli sono avvenuti tra fine luglio e i primi 10 giorni di di agosto ed hanno interessato 736 imprese. Le verifiche si sono concentrate su alcuni dei settori considerati più a rischio: cantieri edili (457 aziende ispezionate), cantieri stradali (70 aziende), agricoltura(181 aziende) e settore florovivaistico (28 aziende).

Tra le violazioni più rilevanti c’è la mancata valutazione del rischio microclima, la mancanza di verifica d’idoneità del Pos (Piano operativo di sicurezza) al Psc (Piano di Sicurezza e Coordinamento) da parte del committente e la mancata fornitura ai lavoratori di specifiche misure di protezione contro le influenze atmosferiche. La mancata valutazione del rischio microclima prevede un’ammenda da 1.423,83 a 2.847,69 euro.

La mancanza di verifica d’idoneità del Pos al Psc da parte del committente prevede l’arresto da tre a sei mesi o l’ammenda da 3.559,60 a 9.112,57 euro. La mancata fornitura ai lavoratori di specifiche misure di protezione contro le influenze atmosferiche prevede la sanzione dell’arresto sino a due mesi o dell’ammenda da 711,92 a 2.847,69 euro. Nei casi più gravi sono stati emessi 143 ordini di Polizia giudiziaria ai sensi dell’art. 55 del codice di procedura penale, che impone agli ufficiali di Pg di impedire che i reati accertati vengano portati ad ulteriori conseguenze, finalizzati a sospendere l’attività.

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