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Raid con i droni di Kiev su 4 basi in territorio russo. E l’Ucraina torna a chiedere all’Italia di potere usare i missili per attaccare la Russia

Mentre le forze armate di Kiev stanno conducendo una grande offensiva nell’oblast di Kursk (rivendicando la conquista di più di mille chilometri quadrati di territorio e la cattura di oltre 100 militari russi), nella regione russa di Belgorod è stato dichiarato lo stato di emergenza. Secondo quanto riporta Reuters, citando una fonte della sicurezza ucraina, […]

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Mentre le forze armate di Kiev stanno conducendo una grande offensiva nell’oblast di Kursk (rivendicando la conquista di più di mille chilometri quadrati di territorio e la cattura di oltre 100 militari russi), nella regione russa di Belgorod è stato dichiarato lo stato di emergenza. Secondo quanto riporta Reuters, citando una fonte della sicurezza ucraina, le forze armate di Kiev hanno condotto oggi il suo più grande attacco con droni colpendo quattro aeroporti militari russi: secondo la fonte, il raid aveva l’obiettivo di minare la capacità della Russia di usare aerei da guerra per attacchi con bombe plananti. Sarebbero stati colpiti gli scali militari di Voronezh, Kursk, Savasleyka e Borisoglebsk. Intanto l’Ucraina torna a chiedere all’Italia il permesso di utilizzare i missili ricevuti da Roma per attaccare direttamente il territorio russo.

“Dateci al più presto il permesso di usare gli Storm Shadow per attaccare a lunga distanza! Voi siete coraggiosi. Abbiamo bisogno di poter usare le vostre armi a pieno titolo per difendere i cittadini e dimostrare che Putin si può battere sul campo. Ora, stiamo ribaltando la situazione. Se ricevessimo le armi Nato promesse, la guerra finirebbe in poco tempo”. Lo dice a La Stampa il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak. “Non è vero che, usando armi occidentali, si provoca un’escalation, lo stiamo dimostrando”, aggiunge Podolyak sottolineando che Kiev andrà “avanti ancora molto in territorio russo, colpiremo aeroporti militari e basi logistiche“. L’Ucraina, ribadisce, “sta utilizzando e utilizzerà, per entrare, tutte le armi che gli hanno dato gli alleati, che giuridicamente sono diventate nostre, ucraine, comprate o donate”, afferma. In contemporanea, sempre sulle pagine de La Stampa, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani ribadisce che “pur comprendendone le ragioni di difesa, le armi inviate dall’Italia non possono essere usate fuori dall’Ucraina”: ci sono “accordi e protocolli scritti che accompagnano queste forniture”, ha detto Tajani.

Tutto questo mentre sul campo prosegue l’offensiva ucraina nell’oblast russo di Kursk, iniziata il 6 agosto. Le autorità delle regioni di Kursk, Voronezh e Bryansk hanno riferito che droni provenienti dall’Ucraina sono stati abbattuti la notte scorsa dalle difese aeree russa. E oggi è stato dichiarato lo stato di emergenza nella regione di Belgorod. “La situazione rimane estremamente difficile e tesa a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine. Le case sono state distrutte, tra i civili ci sono morti e feriti”, ha scritto stamattina su Telegram il governatore Vyacheslav Gladkov annunciando che viene “stabilito lo stato d’emergenza a livello regionale”. Gladkov ha spiegato che il provvedimento viene preso “per garantire una maggiore protezione della popolazione e fornire ulteriore sostegno alle vittime”. Le autorità di Mosca hanno riconosciuto la perdita di 28 località, mentre Zelensky ha rivendicato ieri la conquista di 74 comunità. Secondo il think tank americano Istituto per lo studio della guerra (Isw), le truppe di Kiev sono avanzate di 800 km quadrati della regione di Kursk mentre dal 1 gennaio 2024 quelle di Mosca sono penetrate di 1.360 km quadrati nel territorio ucraino. “Stiamo facendo ulteriori progressi nella regione di Kursk. Da uno a due chilometri in diverse aree dall’inizio della giornata. E più di 100 militari russi catturati nello stesso periodo”, scrive su Telegram il presidente ucraino Zelensky.

Intanto la portavoce del ministero degli Esteri russo punta il dito contro l’Occidente: l’Ucraina ha avuto “carta bianca dai suoi curatori occidentali per le sue incursioni banditesche nelle regioni russe”, ha affermato Maria Zakharova, aggiungendo che “l’Occidente e i suoi fantocci a Kiev considerano gli ucraini come ‘materiale spendibile a buon mercato’ per raggiungere i loro obiettivi”. Ciò conferma la validità, aggiunge Zakharova, degli obiettivi della “operazione militare speciale” di Mosca, cioè “denazificare e demilitarizzare l’Ucraina, ciò che sarà sicuramente realizzato”.

Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, citando ufficiali Usa, Mosca starebbe ritirando alcune delle sue forze militari dall’Ucraina per rispondere all’offensiva delle truppe di Kiev in territorio russo. Gli Stati Uniti stanno ancora cercando di definire la portata del significato della mossa della Russia. Non è stato comunque esplicitato quante truppe gli Usa ritengono che la Russia stia spostando. Uno dei funzionari Usa ha detto ieri che Kiev ha riferito agli Stato Uniti di aver cercato occasioni per sfruttare le “lacune” nelle linee di difesa russe e di averne trovata una a Kursk, con una difesa debole. L’Ucraina, ha aggiunto, sperava che l’incursione costringesse la Russia a ritirare le truppe dal territorio ucraino, sviluppo avvenuto nell’ultimo giorno o poco più.