Quest’anno l’Earth Overshoot Day – il giorno in cui nel mondo siamo arrivati a consumare tutte le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno – è caduto il primo agosto. Significa che in sette mesi l’umanità ha esaurito le risorse ecosistemiche rinnovabili che il Pianeta le mette a disposizione per dodici mesi. È andata peggio, sia pure di un giorno, rispetto all’Earth Overshoot Day 2023 caduto il 2 agosto. Molto peggio, però, è andata rispetto a 50 anni fa: nel 1974 l’Overshoot Day cadde il 30 novembre. In pratica, il “debito” contratto dall’umanità con la Terra era solo di un mese, ovviamente con marcate differenze tra i paesi non industrializzati e industrializzati, essendo l’impronta ecologica di questi ultimi molto più impattante e quindi più responsabile dell’eccesso di consumo.

Sono anni ormai che il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra arriva in anticipo, basti pensare che l’Earth Overshoot Day 2020, l’anno del rallentamento dovuto alle misure anti-pandemiche, era stato il 22 agosto, per poi anticipare al 29 luglio nel 2021 e al 28 luglio nel 2022. A conferma di un trend che non lascia dubbi: trainata dai paesi industrializzati sia occidentali sia asiatici, l’umanità sta accelerando la corsa verso il baratro.

Non va meglio sul fronte del surriscaldamento globale, nonostante gli eventi meteo sempre più estremi e sempre più frequenti abbiano evidenziato che il cambiamento climatico è già in corso con tutti i suoi nefasti effetti, per cui andrebbe contrastato con misure più incisive e più diffuse sul Pianeta. Guardando all’Italia, pensiamo solo alle piogge torrenziali e all’alluvione in Romagna nel maggio 2023, quando, dopo un lungo periodo di siccità, con le acque del Po scese sotto il livello di guardia, in tre giorni piovvero 4,5 miliardi di litri d’acqua, l’equivalente di tre anni di consumi idrici nel settore industriale, agricolo e privato dell’Emilia-Romagna. E pensiamo alla siccità che da mesi sta mettendo in ginocchio la Sicilia dopo aver colpito duramente anche la Sardegna, per citare due casi.

Per il Servizio per i Cambiamenti Climatici della rete europea Copernicus, con la temperatura media di 17,09 gradi centigradi – un valore superiore di 0.84°C alla media 1991-2020 – il 21 luglio scorso è stato il giorno più caldo nella storia del Pianeta. Tornando in Romagna, l’anomalia di temperatura media ha registrato il valore mensile altissimo di +2,8°C rispetto alla norma climatologica calcolata sul trentennio 1980-2010. Inoltre, mediando i dati del periodo gennaio-luglio, il 2024 mostra l’incredibile anomalia termica di +2,6°C, superiore di quasi un grado al +1,7° C dello stesso periodo del 2023, da ritenersi già estrema. Ricordiamo che gli Accordi sul Clima di Parigi del 2015 fissavano a 1,5 gradi l’asticella di aumento massimo della temperatura da non superare entro questo secolo.

Ce ne sarebbe a sufficienza per innescare la corsa al raffreddamento del Pianeta. Al contrario, anziché diminuire, le emissioni di gas climalteranti all’origine dell’effetto-serra continuano ad aumentare e ad aggiungersi a quelli già presenti in atmosfera. Nel rapporto annuale 2023 l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) stima che nel 2023 le emissioni di anidride carbonica (CO2) a carico della produzione e del consumo di energia hanno raggiunto la cifra record di 37,4 miliardi di tonnellate, pari all’1,1% in più rispetto al 2022. Se ne ricava che il 2023 è stato il terzo anno consecutivo a registrare l’aumento delle emissioni di CO2 dopo la frenata nel 2020 a causa delle restrizioni introdotte per fronteggiare la pandemia.

Da notare che la classifica dei maggiori emettitori pro capite vede al primo posto gli Usa, seguiti da Cina e India, che staccano l’Unione europea. La nota positiva è la crescita delle rinnovabili, che ha contribuito a contenere l’aumento della CO2 con un più 75% – rispetto al 2022 – di potenza installata di fotovoltaico ed eolico.

In un quadro così drammatico coltivare la speranza che si possa invertire la rotta del surriscaldamento globale e accelerare la transizione ecologica ed energetica appare sempre più difficile. Difficile non provare la sensazione che noi Verdi e ambientalisti stiamo svuotando l’oceano con un secchiello, forse anche bucato.

Se al caos climatico e ai milioni di rifugiati climatici aggiungiamo le guerre in corso, da quelle in Ucraina e nella Striscia di Gaza, a tante altre non illuminate dai riflettori o in procinto di esplodere, come lo scontro tra Israele e Iran, la situazione si fa davvero disperata. Pur in questo scenario da policrisi, ogni battaglia giusta va combattuta a prescindere dalla certezza della vittoria, ammoniscono gli organizzatori della 35esima edizione dei Colloqui di Dobbiaco, in programma dal 27 al 29 settembre.

Per questo il tema di quest’anno – ammirevole, data la situazione – è “Speranza contro ogni speranza”. A declinarlo da diversi punti di vista esperti e attivisti di lingua italiana e tedesca, come sempre portatori di un punto di vista originale e stimolante. I Colloqui di Dobbiaco 2024 parleranno quindi di pazienza e perseveranza, di fiducia e azione. Partendo da una riflessione filosofica su significato di impegno di oggi, ispirata dalle figure di Alexander Langer e Ivan Illich, verrà dipanato un panorama di esperienze e riflessioni che possano essere motivanti e di incoraggiamento per il futuro.

Oltre alle relazioni tematiche degli esperti, quattro workshop paralleli offriranno approfondimenti su specifici campi di azione in cui affrontare concretamente cosa comporti la conversione ecologica: “Agroecologia: diversità invece di monocoltura. A che punto siamo?”; “La città di 15 minuti: prospettive per città vivibili e a basso impatto automobilistico”; “Cittadinanza energetica: qual è il ruolo di Scienziati per il Futuro?”; “Cause ambientali: far valere la conservazione della natura e i diritti umani in tribunale?”.

Domenica mattina, saranno proposti due argomenti strettamente connessi all’agire politico: la “stanchezza democratica” e la crescente disuguaglianza. Infine, i Colloqui di Dobbiaco 2024 si concluderanno con un confronto a più voci sul tema “C’è un lato positivo all’orizzonte per le persone impegnate, soprattutto per i giovani?”. Per chi fosse interessato, qui programma e iscrizioni: www.colloqui-dobbiaco.it.

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