Se un figlio minorenne commette un reato, sono i genitori che devono pagare. Il Tribunale civile di Firenze ha condannato al risarcimento dei danni il padre e la madre di un adolescente che in un episodio di bullismo causò fratture a entrambe le braccia a un ragazzino più piccolo, di due anni meno, per averlo affrontato e spinto a terra provocandogli le doppie rotture di ulna e radio e una prognosi di 40 giorni. La sentenza, emessa dal giudice onorario Micaela Picone, è notizia riportata oggi dal Corriere Fiorentino segnalando peraltro che si tratta della terza sentenza simile – nel richiamare responsabilità educative dei genitori dell’aggressore – emessa nel giro di pochi mesi dal tribunale di Firenze. Lo stesso Tribunale lo scorso luglio aveva condannato i genitori di un 16enne accusato di violenza sessuale per non aver vigilato.
Nel caso di bullismo invece i genitori devono risarcire 22.000 euro di danni materiali e morali alla famiglia della vittima, più le spese legali. L’episodio risale a circa quattro anni fa e avvenne in una partitella di calcio. A un certo punto l’aggressore interruppe il gioco e – così riporta il quotidiano – a palla ferma litigò con la vittima, un ragazzino meno robusto e più giovane di età, che lui spinse con notevole violenza a terra tanto da rompergli le ossa degli avambracci. Al processo i testimoni, anche adulti, hanno confermato il fatto.
Per la sentenza i genitori hanno responsabilità educative alla base dell’aggressione. “L’obbligo di vigilanza per i genitori del minore non si pone come autonomo rispetto all’obbligo di educazione, ma va correlato a quest’ultimo”, riporta la sentenza, “i genitori devono vigilare che l’educazione impartita sia consona ed idonea al carattere ed alle attitudini del minore, e che quest’ultimo ne abbia tratto profitto”. Quindi, anche se i genitori dell’aggressore non erano presenti, per il tribunale di Firenze l’atto violento compiuto dal figlio verso l’altro ragazzo è conseguenza delle loro responsabilità educative.