Il primo settembre si voterà in Sassonia e Turingia e l’esito del voto potrebbe anche rischiare di aprire la strada ad una crisi di governo a Berlino più di quanto già non facciano le liti interne alla maggioranza e le difficoltà con l’iter di bilancio. I sondaggi, come quelli del Politbarometer di ZdF del 9 agosto, pur essendo delle fotografie momentanee, segnano una tendenza ormai abbastanza definita.

Sassonia
Nel Land potrebbero restare i numeri per l’attuale maggioranza tripartita con Cdu (34%), Spd e Verdi (entrambi 6%) guidata dal cristianodemocratico Michael Kretschmer, ma con una forte ipoteca costituita da un’avanzata massiccia della AfD (30%) e della Bündnis Sahra Wagenknecht, la lista nata da una scissione della Linke (9%). Quest’ultima cannibalizzerebbe proprio il partito della sinistra (4%) e sarebbero ancora fuori dal Landtag anche i liberali della Fdp. Il governatore uscente Kretschmer resta largamente preferito (64%) ed è un fattore di stabilità. Grazie al suo massiccio impegno elettorale – non risparmia di comparire ovunque ci sia un’occasione, neppure a Dresda a fianco di una classe elementare alla riapertura della mostra dei gioielli recuperati dopo un memorabile furto al museo Grünes Gewölbe – la Cdu si starebbe rafforzando su tutti gli altri partiti. Le posizioni di Kretschmer sono poi molto vicine a quelle di AfD, anche se assicura di non volercisi mai alleare: ha proposto di frenare il riarmo dell’Ucraina, si è espresso in favore del nucleare, ha aperta antipatia per i Verdi che pure sono con lui al Governo. C’è almeno un 33% di indecisi e quindi lo scenario potrebbe cambiare, ma oltre a confermarsi l’attuale maggioranza potrebbe pensarsi ad un’inedita coalizione tra Cdu e l’Alleanza Sahra Wagenknecht . L’ingresso di quest’ultima al governo del Land è però considerato con favore appena dal 36% e con scetticismo dal 35% degli intervistati. Più netto il giudizio negativo del 60% alla presenza di AfD nel governo.

Turingia
Più complicato lo scenario della Turingia. La Linke del governatore uscente Bodo Ramelow si dimezzerebbe al 15% – tanto che Ramelow nei cartelloni non affianca il suo nome a quello del partito -, il suo alleato Spd terrebbe al 7%, ma i Verdi scomparirebbero sotto il quorum. AfD per contro si attesterebbe a primo partito col 30%, precedendo l’Unione democratico cristiana al 21% e l’Alleanza Wagenknecht con un fulminante 19%.

Ramelow ha poche chance di restare in carica, ma anche quale futuro ministro presidente resterebbe preferito dagli intervistati sia rispetto a Björn Höcke (AfD) che a Mario Voigt (Cdu). Per una maggioranza del 36% del campione i cristianodemocratici dovrebbero però guidare il nuovo governo del Land, contro il 26% che auspicherebbe ancora che il ruolo fosse della Linke.

I numeri del sondaggio renderebbero effettivamente ipotizzabile un’alleanza tra Cdu, Spd e Bsw. La partecipazione della lista di Sahra Wagenknecht al governo sarebbe peraltro vista con favore anche dal 46% degli intervistati, contro il 27% di contrari. Questo è probabilmente dovuto alla presenza come sua capolista di Katja Wolf, fino a giugno sindaca di Eisenach, che garantisce agli elettori esperienza amministrativa. Un ingresso della AfD nel governo è invece bocciato dal 63% del campione.

Lo spettro Afd
In ambedue i Länder (così come anche in Brandeburgo dove si voterà il 22 settembre) nessun partito vuole allearsi con la AfD che è annoverata dal Verfassungschutz sia in Sassonia che in Turingia come sicuramente estremista. Se tuttavia la Alternative für Deutschland arrivasse comunque a conseguire oltre un terzo dei seggi (Sperrminorität) sarebbe in grado di bloccare qualsiasi votazione per cui è necessaria una maggioranza dei due terzi, come riforme costituzionali o nomine di nuovi giudici costituzionali nel Land. Il partito di estrema destra in Germania candida Björn Höcke, insegnante di 52 anni, candidato governatore in Turingia dopo 10 anni da deputato regionale, figura influente dentro Afd. Se Alternative für Deutschland giungesse alle leve di comando stravolgerebbe il settore dell’istruzione per – parole di Höcke – “liberare il sistema educativo da progetti ideologici, ad esempio l’inclusione o ancora l’approccio mainstream di genere”. Favorirebbe il revisionismo storico: Höcke è stato condannato per aver attinto alla propaganda delle SA naziste ed ha descritto il memoriale all’Olocausto come un “monumento della vergogna”. Interverrebbe direttamente nel Centro statale per l’educazione politica del Land, o lo chiuderebbe, così come cancellerebbe i trattati statali sui media. Prevedibile poi la marginalizzazione negli uffici pubblici degli impiegati che non sposino l’immagine della famiglia tradizionale o il classico binomio dei generi sessuali. Avrebbe da dire sulla struttura regionale del Verfassungschutz – il servizio tedesco di informazione a tutela della Costituzione – con il quale l’Ufficio federale e quelli degli altri Länder finirebbero per non condividere le informazioni.

Marianne Birthler (Verdi) che per undici anni è stata commissaria federale degli archivi dei servizi di sicurezza della ex Ddr ed è un’attivista dei diritti umani ritiene che la partecipazione al governo di uno dei Länder sia di AfD che di Bsw comporterebbe rischi concreti per la democrazia. Entrambe fanno campagna appiattendo preoccupazioni ed ansie in un quadro semplicistico tra guerra e pace con la Russia.

Nonostante la mancanza di mano d’opera qualificata nell’Est della Germania aumentano gli episodi di razzismo, ha attestato Ferda Ataman nel rapporto del Commissario federale antidiscriminazioni. Ma nelle imprese diversità e rispetto sono valori vissuti. Susan Erhadt della Silicon Saxony, associazione di 550 imprese, ha rivelato a ZdF che perché continui il successo nella produzione dei microchip – uno su tre in Europa è fatto qui – entro il 2030 dovranno essere acquisiti altri 20mila lavoratori qualificati.

***

Nella foto in alto | Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Spd, al centro) tra i governatori uscenti di Sassonia e Turingia Kletschmer (Cdu) e Ramelow (Linke)

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Nomine Ue, l’Italia tra i 5 Paesi a non aver ancora ufficializzato i propri candidati per la Commissione. Ecco perché

next