Copione rispettato: il primo trofeo stagionale è finito nella saccoccia del Real Madrid, la Supercoppa Uefa, 2-0 all’Atalanta con il primo gol in blanco di Kylian Mbappé. Anche l’ultimo, la Champions, era approdato nella bacheca della banda di Carlo Ancelotti, salito a quota 30 trofei da allenatore. In mezzo, un’estate tutta spagnola, con i trionfi europei della nazionale maggiore e dell’Under 19, più l’oro olimpico a Parigi. Spagna e Spagna, purché se magna. E Spagna sia: stasera (ore 19), via alla Liga, a Bilbao, con Athletic-Getafe. Si alza il sipario sui grandi campionati europei. Domani tocca a Premier League (Manchester United-Fulham) e Ligue 1 (Le Havre-PSG), sabato 17 agosto all’Italia (Genoa-Inter e Parma-Fiorentina). La Germania si prende una settimana in più di riposo, ma intanto decolla la coppa nazionale.
Liga, Premier, Bundesliga, Serie A, Ligue 1: il calcio che conta è quello di questi cinque tornei, anche se quelli che fanno i migliori affari sono quelli di Portogallo e Olanda. L’Europa ha un pentapartito al vertice, in attesa che sia inaugurata la Champions a 36. Real Madrid, Manchester City, Bayer Leverkusen, PSG, Inter sono i campioni in carica e le favorite d’obbligo: toccherà a Barcellona, Atletico Madrid, Manchester United, Arsenal, Chelsea, Bayern, Borussia Dortmund, Monaco, Milan, Juventus e Atalanta mettersi di traverso per ostacolare i progetti di bis. Nel caso del Manchester City, sarebbe addirittura cinquina. Il PSG calerebbe il poker.
Il Real non è la squadra da battere solo in Spagna, ma anche in Europa e nel mondo. Un assaggio di quello che sarà il gruppo di Ancelotti si è visto a Varsavia, contro una bella Atalanta: quando in attacco il trio Bellingham-Mbappé-Vinicius ha cominciato a dare spettacolo, non c’è stata più partita. Il Real è una macchina da guerra, dove le uniche incognite sono il dopo-Kroos e la necessità di aggiungere una pedina in difesa, ma in questo caso già circola in Spagna il nome di Laporte, parcheggiato nel campionato arabo. Real da seguire in tutte le salse: Liga, Champions, Mondiale per club nella nuova versione a 32 in programma negli Usa dal 15 giugno al 15 luglio 2025. In casa, solo il Barcellona di Hans Flick e l’Atletico Madrid dell’eterno Diego Simeone possono ostacolare i Blancos, ma le previsioni assegnano il titolo al Real con distanza siderale sulla concorrenza.
In Inghilterra, il City è ripartito da protagonista, vincendo ai rigori sul Manchester United la Community Shield e portando Guardiola a quota 39 trofei da allenatore. Ed è proprio Pep, manager più datato del campionato inglese – in carica dall’estate 2016 -, la figura centrale della stagione dei Citizens. Ha il contratto in scadenza e mai come stavolta c’è profumo di addio. Il processo al via a settembre in Inghilterra, per 115 presunte violazioni del fair play finanziario interno nel periodo compreso tra 2009 e 2018, con sentenza attesa nel gennaio 2025 – si parla addirittura di retrocessione -, potrebbe rappresentare la spinta decisiva verso il divorzio consensuale. Il Manchester United di Ten Hag, il Chelsea spendaccione di Enzo Maresca e l’Arsenal di Calafiori – soprattutto – si candidano al ruolo di oppositori del City.
In Germania, il Bayern di Kompany vuole vendicarsi dell’umiliazione incassata nell’ultima Bundesliga sotto i colpi del Bayer Leverkusen di Xabi Alonso: la maggiore incognita è proprio l’allenatore belga, una promozione e una retrocessione con il Burnley nel suo curriculum. In Francia, non si intravede un’avversaria credibile per il Psg, ma i parigini devono superare il post-Mbappé. In poco tempo, si è dissolto il tris dei sogni, composto da Messi-Neymar-Mbappé: non è bastato per vincere la Champions.
L’Italia dei conti in disordine, della nazionale a pezzi e della battaglia in Federcalcio riparte con l’Inter davanti a tutti. Inzaghi si gode Lautaro Martinez, miglior giocatore della Serie A, ma deve gestire una rosa invecchiata di un anno. Il principale avversario, al momento, sembra il Milan: i rossoneri di Fonseca stanno spingendo forte sul mercato. La questione stadio sarà uno dei tormentoni dell’annata milanese, mentre a Roma non fa più notizia. Da quelle parti, il vero tema è il possibile addio di Dybala: due anni fa accolto come un imperatore al Colosseo quadrato all’Eur e ora messo alla porta per essere consegnato al campionato arabo. A Roma nulla è eterno, tranne Roma. Juventus e Napoli nuotano nei mari del mercato, ma la questione che le accomuna è molto semplice: quale sarà l’impatto di Thiago Motta e di Antonio Conte in due squadre in piena rifondazione?