Un caso confermato di Mpox (vaiolo delle scimmie) è stato annunciato dalle autorità svedesi. Si tratta del primo caso di clade 1, quello più contagioso e con un tasso di letalità dell’11% in Ue. Il ministro della Salute, Jakob Forssmed, come riportano i media svedesi, ha tenuto giovedì una conferenza stampa insieme all’Agenzia per la salute pubblica per fornire informazioni. “Credo che la situazione sia seria, ma non c’è motivo di allarmarsi: il rischio di infezione è basso. Siamo ben preparati e i servizi sanitari dispongono di buone procedure in materia. È una malattia conosciuta. Ci sono vaccini e abbiamo vaccini in magazzino” ha sottolineato il ministro come riporta l’agenzia svedese Tt.

“Il caso è il primo rilevato al di fuori del continente africano” ha spiegato Olivia Wigzell, vice direttrice generale dell’Agenzia svedese per la salute pubblica. La persona sarebbe stata infettata durante un viaggio in uno dei Paesi africani in cui è in corso un’importante epidemia di mpox clade 1. Il caso non richiede ulteriori misure di controllo dell’infezione”. Solo ieri, per la seconda volta in due anni l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria internazionale proprio per l’aumento dei casi, soprattutto in Africa.

Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre – ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici – con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale. La malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati. I sintomi sono febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee: possono essere lievi o gravi e le lesioni possono essere molto pruriginose o dolorose. Esiste vaccino e negli anni passati sono state avviate campagne anche in Europa, compresa l’Italia.

La Svezia ha avuto un totale di 300 casi di clade 2, che è la più lieve delle due varianti. “Il rischio di malattie gravi e di morte è probabilmente maggiore con il clade 1 che con il clade 2. È anche probabilmente più contagioso – ha dichiarato l’epidemiologo Magnus Gisslén -. Si stima che il rischio di diffusione nel continente africano sia elevato, ma c’è anche un rischio di diffusione all’esterno”.

Nella sola Repubblica Democratica del Congo ci sono stati oltre 14 mila casi e 524 decessi nella prima metà dell’anno, superando già il bilancio dell’intero 2023. Nell’ultimo mese sono stati segnalati circa 90 infezioni dovute al ceppo 1b del virus mpox in quattro Paesi confinanti che non avevano mai segnalato la malattia in precedenza: Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda.
Sullo sfondo, poi, ci sono i diversi focolai dovuti ad altri ceppi in Africa e fuori dal continente. L’autorità per le emergenze sanitarie europea Hera (Health Emergency Preparedness and Response Authority) ha annunciato di avere acquistato 175mila dosi di vaccino anti-mpox da donare ai paesi africani. Altre 40 mila dosi saranno donate dall’azienda produttrice Bavarian Nordic. I vaccini saranno distribuiti dal Cdc africano. Hera donerà anche 3,5 milioni di euro entro l’inizio dell’autunno per rafforzare la capacità di test e sequenziamento del virus nella regione.

Per quel che riguarda i vaccini, il problema, al momento, sembra più l’accesso da parte dei Paesi più interessati dall’epidemia che la disponibilità. Circa 500 mila dosi di vaccino contro l’mpox MVA-BN, prodotto da Bavarian Nordic, potrebbero essere già nella disponibilità del produttore e altre 2,4 milioni potrebbero essere prodotto per la fine dell’anno.

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