di Arturo Primavera
Tanti anni fa in un’aula dell’università di Roma qualcuno aveva scritto sulla lavagna: “Solo la stupidità è la prova dell’esistenza dell’infinito”. Il professore che teneva la lezione, Gaetano Arangio-Ruiz, si limitò a osservare che non era una buona intuizione, ma una frase senza senso. Eppure oggi, riconsiderando quell’aforisma alla luce delle successive esperienze e della situazione storica odierna, mi sembra che l’anonimo estensore non avesse poi tutti i torti.
Sì, perché l’osservazione della triste realtà attuale sembra dimostrare la validità di quell’affermazione, nel senso, proprio, che la stupidità non ha limiti, perché lo stupido, calato nel suo vortice di errore, creato dalla schizofrenia e anche dalla malafede, continua la sua discesa verso l’universo infernale della falsa rappresentazione della realtà – nonostante i segnali contrari e gli avvertimenti – all’infinito, o almeno finché qualcuno o qualcosa lo ferma nel girone che si merita.
Al di là della metafora, mi sembra che in questo marasma si trovi buona parte dei politici occidentali ed europei, che da un bel pezzo si sono incamminati per una strada di cui non conoscono la destinazione, ma che continuano a percorrere ostinatamente, credendola giusta o quanto meno opportuna. Vedo lo stupido incaponirsi verso una prospettiva bellica che, agli occhi dei popoli, non ha significato: eppure, mi domando, questa perseveranza deriva dalla paura di qualcuno cui si debba rendere conto, o da opportunismo nel favorire la sua visione, o, ancora, da stupidità nell’averne accettato l’interpretazione della realtà come a questi fa comodo?
Probabilmente esistono tutti e tre questi atteggiamenti: limitandoci, per carità di patria, alla sola Italia, come si potrebbe spiegare la vacua retorica, e l’ipocrisia sesquipedale di personaggi come Meloni o Tajani, che parlano di continuo sostegno a Kiev (anche se continuano a usare il nome russo di Kiyv), quando la scelta intrapresa – e con ogni probabilità imposta – è inefficace, moralmente inaccettabile e giuridicamente errata?
In effetti lo stupido, nella sua falsa percezione, cerca di adattare le tesi, di cui è convinto o delle quali è stato in qualche modo persuaso, alla realtà, non curandosi se questo suo agire sia alla fine irresponsabile o criminale. Purché la sua tesi prevalga, può perire pure il mondo. E’ una regola di carattere generale che si applica alla vita di ogni giorno; ma la vediamo in questi giorni nelle critiche all’iniziativa di un personaggio come Orban, il ‘famigerato’ primo ministro ungherese, che ha fatto l’unica cosa che avrebbero dovuto fare gli altri, se non fossero accecati dalla loro stupidità: visitare le parti in causa per cercare di farli discutere (anche se poi uno come Zelensky, chi rappresenti, lo sa soltanto lui, essendo scaduto il mandato da un bel pezzo nella “democratica” Ucraina), sollevando lo scandalo di tutti i vari politicanti europei per l’iniziativa, ben amplificato da quella macchina propagandistica che è diventata la stampa occidentale.
Gli stupidi interpretano il mondo all’incontrario, se a loro fa comodo: quindi vorrebbero continuare una guerra, che oltre ad aver massacrato un popolo, può estendersi in qualsiasi momento a tutto; non diversamente pensava Hitler nei suoi rifugi dove conduceva una guerra ormai persa da anni. Ma a loro che importa? La loro logica non conta i morti, semmai li usa e li strumentalizza, non conta le distruzioni, le privazioni: le ritengono necessarie. Qualcuno potrà dire: è un gioco delle parti; si fa finta di insultare Orban, perché la situazione è in bilico, ma in sostanza, sono tutti pronti a cambiare idea e a farla propria come ab origine, qualora il vento cambi dove deve cambiare, a partire dagli Usa. Però, mentre loro “giocano”, dall’altra parte ci sono i morti. Dobbiamo aspettare che queste bare arrivino pure da noi per renderci conto della loro stupidità?