Nella Striscia di Gaza è stata diagnosticata la poliomielite ad un bambino di 10 mesi. Lo rende noto il ministero della Sanità palestinese. Si tratta del primo caso dopo 25 anni. In precedenza, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres aveva ammonito sui pericoli diffusione del virus a Gaza. L’Onu ha quindi chiesto una pausa di 7 giorni nei combattimenti per consentire la vaccinazione di 640mila bambini.

“La situazione umanitaria a Gaza è in caduta libera. Nelle ultime settimane, il virus della poliomielite è stato rilevato in campioni di acque reflue a Khan Younis e Deir al-Balah, ciò significa che il virus è ora in circolazione, con centinaia di migliaia di bambini a rischio”, ha detto Guterres. “Prevenire e contenere la diffusione della polio richiederà uno sforzo massiccio, coordinato e urgente, ha aggiunto, e l’Onu è pronta a lanciare una campagna di vaccinazione a Gaza per oltre 640mila bambini di età inferiore ai 10 anni”.

La poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. Colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni. Il contagio avviene con l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Non esistono cure. L’unica strada è la prevenzione tramite vaccinazione.

Sinora i bombardamenti israeliani su Gaza hanno ucciso 40mila persone, 16mile delle quali sono bambini e ragazzi. La rivista medico scientifica inglese The Lancet ha da poco pubblicato una stima ben superiore, che tiene conto anche delle ricadute del conflitto sulla situazione sanitaria dell’area.

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