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Politica - 16 Agosto 2024
Armi all’Ucraina, Messina (FdI): “Favorevole a desecretazione della lista, ma il Parlamento è già informato. Da opposizione richiesta strumentale”
La Playlist Politica
- 16:42 - Bergamo: omicidio Verzeni, inquirenti 'telefono muto, no anomalie nella passeggiata'
Milano, 16 ago. (Adnkronos) - "Non mi risulta ci siano stati telefonate o messaggi whatsapp" quando Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a Terno d'Isola (Bergamo), è uscita di casa intorno alla mezzanotte del 30 luglio scorso e da via Marelli - lasciandosi alle spalle la villetta bifamiliare dove viveva con il compagno Sergio Ruocco, ed è stata trovata senza vita, un'ora dopo, in via Castegnate. Lo spiega un'inquirente che indaga sull'omicidio della giovane uccisa con quattro coltellate, tre alla schiena e una al costato, e che ha inutilmente tentato di chiamare i soccorsi prima di accasciarsi sull'asfalto.
Indumenti, reperti trovati sulla scena crimine, effetti personali della vittima, ma anche alcuni coltelli sequestrati poco distante sono ora al vaglio del Ris di Parma, ma i carabinieri sembrano puntare più sulle telecamere - 60 in zona - che sulla traccia telefonica. "A un primo sguardo le telecamere non ci hanno consentito un'immediata identificazione dell'assassino, ma ci vorranno settimane, probabilmente mesi, per completare l'attività investigativa" che non esclude nessuna pista.
Quello che sembrerebbe chiaro è che Sharon Verzeni ha percorso "circa 650 metri in linea d’aria quella sera, come restituisce Google maps, e non abbiamo evidenze che si sia fermata - aggiunge chi lavora al caso -. Lei ha camminato" escludendo quindi che abbia incrociato qualcuno con cui si sia intrattenuta a parlare. Le indagini non si fermano neanche sul fronte dei testimoni: "continueremo a sentire persone che potrebbero tornare utili a spiegarci le abitudini della vittima o chi quella sera potrebbe aver visto qualcosa".
- 16:11 - **Bergamo: omicidio Verzeni, inquirenti 'tamponi a sospetti precisi o per esclusione'**
Milano, 16 ago. (Adnkronos) - I carabinieri di Bergamo non si fermano e in quella che sembra una maratona per dare un nome all'assassino di Sharon Verzeni, uccisa con quattro coltellate poco dopo la mezzanotte del 30 luglio scorso a Terno d'Isola, provano ad accelerare sul fronte genetico. In attesa dei risultati del Ris di Parma sui possibili profili trovati sulla vittima o sugli oggetti sequestrati vicino al corpo della 33enne, i militari stanno procedendo a eseguire più tamponi e non solo in via Castegnate dove la giovane barista ha perso la vita.
"Non c'è una profilazione di via Castagnate - spiega un investigatore -. Abbiamo eseguito una trentina di tamponi per esclusione, ossia di persone che potrebbero aver contaminato inavvertitamente la scena, cioè i soccorritori per intenderci; poi ci sono altri campioni ritenuti di interesse investigativo. Stiamo attuando un protocollo investigativo che vigeva già prima del caso Yara Gambirasio (la 13enne uccisa a pochi chilometri da qui e per il cui omicidio è in carcere Massimo Bossetti, ndr), per cui effettuiamo prelievi di Dna su pregiudicati o senza fissa dimora. Ne preserviamo un campione in modo che se i laboratori del Ris dovessero restituirci la traccia genetica dell'assassino potremmo procedere con il confronto e avere, in caso positivo, già un nome. A oggi - precisa - nessun profilo genetico è stato isolato" sul corpo della vittima o sui reperti sequestrati.
I profili 'interessanti' sono stati prelevati "tutti al di fuori di Terno d’Isola, ma non escludiamo di procedere ad altri tamponi anche in zona, il parametro della ricerca dell'assassino non è certo via Castagnate" precisano gli inquirenti. Una ricerca che non tralascia niente: "Al momento non possiamo escludere nulla, neanche che sia stata una mano femminile. Speriamo che la relazione finale dei medici legali ci offra qualche elemento in più". E dagli inquirenti arriva anche l'invito a non demonizzare Scientology: "Non c'è nessuna pista privilegiata, Sharon e il compagno si stavano avvicinando a questo gruppo, ma indaghiamo su questa sfera di relazione come su tutte le altre cerchie relazionali della vittima".
- 15:35 - Il 29 settembre Mattarella e Steinmeier a Marzabotto
Roma, 16 ago. (Adnkronos) - I Presidenti della Repubblica italiano, Sergio Mattarella, e tedesco, Frank-Walter Steinmeier, saranno insieme il prossimo 29 settembre a Marzabotto, in occasione delle celebrazioni per l’80/mo anniversario dell’eccidio di Monte Sole. Un appuntamento che rappresenterà l'epilogo della visita in Germania del Capo dello Stato italiano in programma dal 26 settembre e che rappresenterà un'ulteriore tappa di quell'itinerario che ha visto Italia e Germania “da decenni impegnate in un’analisi rigorosa del passato”, per rafforzare, nel nome di una memoria condivisa, la costruzione di "un’Europa della libertà contrapposta all’Europa della prevaricazione", attraverso un tracciato scandito da indelebili “momenti di verità”.
Per Mattarella e Steinmeier si tratterà della terza visita congiunta sui luoghi delle efferate stragi nazifasciste. Il 3 maggio del 2017 resero omaggio alle Fosse Ardeatine, il primo insieme da parte di un Presidente italiano e tedesco. Il 25 agosto del 2019 invece ricordarono il 75/mo anniversario dell'eccidio di Fivizzano, in Toscana.
Qui Steinmeier, che con la sua presenza voleva suscitare la conoscenza e la riflessione dei cittadini della Germania su quanto accaduto in quelle terre, non esitò a esprimere “solo vergogna per quello che dei tedeschi vi hanno fatto. Con dolore –disse parlando in italiano- mi inchino dinanzi ai morti delle stragi di Fivizzano. Vi chiedo perdono per i crimini qui perpetrati per mano tedesca”.
Parole definite da Mattarella “di pace, di libertà, di rinascita, di ricostruzione, di riconciliazione, di futuro!”. L’espressione di un legame tra due Paesi che “hanno anche una responsabilità particolare come fondatori” dell’Unione europea e di un rapporto divenuto con il tempo sempre più intenso ed amichevole tra i due rispettivi Capi di Stato.
Un legame in continuità con quello instaurato tra i loro predecessori. Sempre a Marzabotto si recarono insieme Carlo Azeglio Ciampi e Johannes Rau, il 17 aprile del 2002; mentre Giorgio Napolitano e Joachim Gauck il 24 marzo del 2013 resero omaggio a Sant'Anna di Stazzema.
- 15:22 - Mo: Idf, 'lanciati su Israele 5 razzi dal sud di Gaza'
Tel Aviv, 16 ago. (Adnkronos) - Almeno cinque razzi sono stati lanciati dal sud della Striscia di Gaza contro l'insediamento israeliano di Nirim. Lo riferisce l'Idf, aggiungendo che un razzo è stato intercettato dall'Iron Dome, mentre gli altri hanno colpito aree aperte.
- 15:13 - La sfida di Riina jr allo Stato
Palermo, 16 ago. (Adnkronos) - "Buon Ferragosto a tutti voi da: Via Scorsone 34, 90034 Corleone, Italia". Occhialoni da sole a specchio, cappellino sportivo e sorriso sornione. Così, Salvo Riina, il figlio minore del boss mafioso Totò Riina, nel giorno di Ferragosto ha lanciato la sfida allo Stato con un post sui social. Via Scorsone è la strada di Corleone (Palermo) in cui abita la famiglia Riina da molti anni, ma dal 2018 le allora commissarie straordinarie del Comune decisero di cambiare il nome della via, destinandola al giudice Cesare Terranova, una delle tante vittime dei boss sanguinari corleonesi. Terranova venne ucciso il 25 settembre del 1979 insieme al suo collaboratore, il maresciallo Lenin Mancuso. La ex Commissione straordinaria del Comune, composta da Giovanna Termini, Rosanna Mallemi e Maria Cacciola, che per più di due anni ha guidato il Comune sciolto per mafia decise di cambiare il nome alla strada per dare un segnale di presenza dello Stato. Che, però, a distanza di sei anni, il figlio del boss sembra non volere accettare. "La commissione straordinaria, nell’imminenza della conclusione dell’incarico, desidera inaugurare nella giornata di sabato 17 novembre alle 10 l’Asilo nido comunale di via Punzonotto. Nella stessa giornata, la commissione procederà alla nuova intitolazione, condivisa ed autorizzata dal Prefetto di Palermo Antonella De Miro, della via Scorsone in via Cesare Terranova, dedicando questa strada al magistrato che per primo seppe individuare la forte caratura criminale dei boss corleonesi", era stato l'annuncio delle commissarie straordinarie.
Già alcuni mesi prima le commissarie prefettizie avevano dimostrato di non avere alcun timore reverenziale per i Riina. Tanto è vero che mandarono i messi comunali a casa di Ninetta Bagarella, vedova del boss mafioso, per notificare una ingiunzione di pagamento della tassa sui rifiuti. La moglie del capo dei capi, morto nel novembre del 2017, non aprì neanche il portone di casa. Qualche settimana dopo, minacciata di pignoramento, chiese di rateizzare il pagamento. Dopo lo Stato toccò alla Chiesa lanciare un messaggio: l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, ordinò che le processioni non dovevano più passare sotto casa dei Riina.
Salvo Riina, il figlio del capo dei capi che porta lo stesso nome di suo padre, era tornato a Corleone, il comune di poco più di 10 mila abitanti nella provincia di Palermo noto proprio per aver dato i natali al boss di Cosa Nostra, nella primavera del 2023. Il terzogenito di Totò Riina, 47 anni, ha scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione ed è stato ammesso al regime di affidamento ai servizi sociali. Dopo la scarcerazione è stato tra il Veneto e l’Abruzzo; è stato ammesso al regime di affidamento ai servizi sociali, e ha svolto un percorso di reinserimento sociale con l’Associazione famiglie contro la droga, terminando gli studi e laureandosi.
Salvo Riina mancava da Corleone proprio dalla morte del padre nel 2017. In quell'occasione aveva ottenuto l’autorizzazione del giudice per rientrare nel suo paese per fare da padrino al figlio della più piccola delle sue sorelle. Nel frattempo ha anche scritto un libro: 'Riina family life', tradotto anche in inglese, in cui racconta la sua vita e quella della sua famiglia.
Tra gli aneddoti raccontati spicca quello sulla strage di Capaci: "La tv era accesa su Rai1, e il telegiornale in edizione straordinaria già andava avanti da un’ora. Non facemmo domande, ma ci limitammo a guardare nello schermo. Il viso di Giovanni Falcone veniva riproposto ogni minuto, alternato alle immagini rivoltanti di un’autostrada aperta in due... Un cratere fumante, pieno di rottami e di poliziotti indaffarati nelle ricerche... Pure mio padre Totò era a casa. Stava seduto nella sua poltrona davanti al televisore. Anche lui in silenzio. Non diceva una parola, ma non era agitato o particolarmente incuriosito da quelle immagini. Sul volto qualche ruga, appena accigliato, ascoltava pensando ad altro". Era stato proprio Riina a decidere quella strage, per eliminare il magistrato che aveva portato alla sbarra Cosa nostra fino a infliggere l’ergastolo a Riina e compari. (di Elvira Terranova)
- 14:59 - Mo: Idf attacca campo profughi nel sud di Gaza, 4 morti
Gaza, 16 ago. (Adnkronos) - Un attacco militare israeliano ha colpito il campo profughi di al-Mawasi, nel sud di Gaza, causando 4 morti, 3 dei quali sono minorenni. Lo riferisce al Jazeera, sottolineando che Israele aveva precedentemente designato al-Mawasi come “zona di sicurezza umanitaria”.
- 14:28 - Daily Crown: Harry contro Ia e social, 'gente agisce su base informazioni false'
Bogotà, 16 ago. (Adnkronos) - "Le persone agiscono sulla base di informazioni non vere". Lo ha detto il principe Harry, parlando a un summit sulla responsabilità digitale organizzato a Bogotà, durante il quale ha attaccato la disinformazione online. Il duca di Sussex ha avvertito che "ciò che accade online nel giro di pochi minuti si trasferisce sulle strade". L'intelligenza artificiale e i social media sono i principali imputati delle false informazioni, secondo il figlio di Carlo e di Diana, che, rivolgendosi agli esperti presenti al all'evento organizzato in parte dalla Archewell Foundation di Harry e Meghan, ha aggiunto che "in un mondo ideale, coloro che hanno posizioni influenti si assumerebbero maggiori responsabilità. Finché alle persone sarà permesso di diffondere bugie, insulti, molestie, la coesione sociale così come la conosciamo sarà completamente distrutta".
I Sussex sono in tour in Colombia su invito della vicepresidente Francia Márquez, che ai giornalisti ha rivelato di essersi "profondamente commossa" guardando la docuserie Netflix sulla vita di Harry e Meghan. "Mi ha motivato a dirle: 'questa è una donna che merita di visitare il nostro Paese e condividere la sua storia', e senza dubbio, la sua visita rafforzerà tante donne in tutto il mondo", ha detto la Márquez.
Nel corso del viaggio di 4 giorni in Colombia, alla coppia è stato assegnato un servizio di sicurezza completo. Misura che nel Regno Unito i Sussex non ricevono più da quando si sono dimessi dal ruolo di membri attivi del Regno nel 2020. Durante il tour, che sembra seguire il formato delle visite reali ufficiali, andranno a Cartagena e Cali, e parteciperanno al festival Petronio Álvarez, un evento che celebra la musica e la cultura afro-colombiana.