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Borse verso la miglior settimana del 2024. Recuperati quasi tutti i cali di agosto ma è presto per abbassare la guardia

Le borse hanno recuperato tutto quanto avevano perso nei primi giorni di agosto, quella che si chiude oggi si candida ad essere la miglior settimana del 2024 per gli indici azionari. La caduta era iniziata il 31 luglio, per concludersi l’8 agosto. Tra i titoli più colpiti quelli tecnologici, a cominciare da Nvidia, società simbolo della nuova passione degli investitori, ovvero l’intelligenza artificiale. Nella prima settimana di agosto ha perso il 14%, salvo recuperare poi circa il 30% riprendendo tutto quanto perso (piccola annotazione aritmetica, se un titolo perde il 10% deve salire più del 10% per recuperare tutto, poiché la percentuale è calcolata su un valore di partenza più basso).

Lo stesso è accaduto a Microsoft mentre Alphabet (Google) e Amazon, seppur a loro volta protagoniste di crescite marcate, restano ancora un poco al di sotto dei valori per capitombolo. È risalito anche il bitcoin, colpito dalle vendite quanto e più degli indici azionari, ma non ancora abbastanza per pareggiare. Per gli indici vale lo stesso discorso. Nasdaq e S&P500 hanno recuperato tutto. Anche il Nikkei di Tokyo, epicentro degli scossoni di agosto, è tornato in prossimità dei valori di fine luglio. A Milano, al Ftse Mib mancano ormai pochi punti per colmare la perdita. Qui i titoli più colpiti erano state le banche, Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ripreso sinora circa la metà di quanto perso.

In piena estate è facile che sui mercati scoppino temporali, tanto violenti quanto rapidi. Scambi più ridotti e soggetti più speculativi che approfittano di una certa “sonnolenza” degli istituzionali per far oscillare violentemente i listini e trarne beneficio (sia quando salgono che quando scendono), facilitano questi fenomeni. L’innesco delle vendite questa volta è stata la stretta monetaria decisa in Giappone che ha anche reso più costoso prendere a prestito yen. Ciò ha messo in crisi molte operazioni basate sul carry trade, pratica che consiste nell’indebitarsi dove costa meno per investire i soldi dove rende di più. lucrando sulla differenza. Se però le variabili in gioco cambiano, bisogna rapidamente “smontare” le posizioni. Ad un certo punto è sembrato che i mercati avessero anche un po’ provato a testare le intenzioni della banca centrale americana, a sondare se ci fosse la possibilità di un taglio del costo del denaro d’emergenza già in agosto. Non è la prima volta che tra banche centrali e mercati si instaurano bracci di ferro. Questa volta è durato poco.

Si può dunque pensare ad uno scampato pericolo? Si e no. Alcune delle motivazioni per le vendite sono sembrate da subito piuttosto pretestuose, più che altro “scuse” per realizzare i guadagni accumulati da inizio anno. In particolare la tesi di una prossima recessione statunitense, che non sembra trovare conferma nei dati. Più degno di nota pare viceversa il tema dell’intelligenza artificiale, tecnologia indubbiamente destinata ad avere profonde implicazioni ma, come spesso accade, con tempi più lunghi di quelli su cui hanno scommesso sinora gli investitori. Un errore di tempistica che potrebbe significare una sopravvalutazioni dei titoli legati a questa tecnologia. Anche i vantaggi delle reti 5G sembrano più lenti a realizzarsi di quanto pronosticato. Un primo momento importante sarà il prossimo 28 agosto, quando Nvidia diffonderà i suoi dati di bilancio.