Non chiamatelo “cantiere”. Perché se c’è una squadra che, al momento, si avvicina all’Inter per completezza della rosa e per ambizioni, questa è il Milan. Che ha pure messo in atto una sua rivoluzione, certo, ma l’ha quasi terminata. “Dio ha impiegato sette giorni per costruire il mondo, siamo al sesto” ha detto Ibrahimovic durante la conferenza stampa di presentazione di Emerson Royal. Con l’arrivo di Fofana, il settimo è arrivato. Anzi, quasi.

Al di là delle citazioni del libro della Genesi (improbabili, ma il “pacchetto Ibra” include anche questo), è vero che i rossoneri sono molto più avanti rispetto a tutte le altre concorrenti nella costruzione della rosa della prossima stagione, quando mancano peraltro meno di 24 ore al debutto ufficiale in campionato che sarà contro il Torino. Sono arrivati Pavlovic in difesa, Emerson Royal come terzino, Fofana (firme previste tra domani e domenica) a centrocampo, Morata in attacco. Tutti obiettivi che, attaccante spagnolo escluso, sono stati trattati a lunghissimo. C’è da aspettare il campo, certo, ma almeno sul mercato la pazienza ha premiato: nessun piano B, solo tanta attesa da parte sia dei dirigenti sia di Fonseca, che intanto ha lavorato senza i volti nuovi.

Un problema relativo per l’allenatore, visto che la concorrenza (Inter a parte, che è rimasta pressoché immobile) ha le rose ancora in costruzione. Anzi, è molto più indietro. Di fatto, il Milan ha speso una settantina di milioni per far arrivare i giocatori che servivano e si ritrova anzi con un problema di sovrabbondanza. La rosa conta, Fofana già incluso, circa 29 elementi: “Troppi” ha detto Fonseca in conferenza stampa, e infatti ora l’opera della dirigenza è tutta volta a lasciar partire chi non fa più parte del progetto, come Kalulu, Bennacer o Adli, per incassare qualcosa e, magari, regalarsi un ultimo acquisto entro la fine del mercato.

Gli obiettivi possono essere diversi: a Fonseca non dispiacerebbe lavorare con un trequartista in più (ma Samardzic è lontano), o con un attaccante che possa essere sostituto o complementare a Morata (piace sempre Abraham della Roma, ma prima deve partire Jovic che intanto ha preso un numero impegnativo: il 9). E poi c’è quell’opportunità che potrebbe cogliere all’ultimo: Federico Chiesa. Che sia ai margini della Juve è cosa nota a tutti. Che il Milan abbia l’unico modulo nel quale davvero Chiesa si possa inserire è altrettanto evidente. Ma l’ex Fiorentina dovrebbe giocare fisso a destra o contendersi il posto con Leao (ipotesi alquanto improbabile). I rossoneri però non si precludono nulla, sapendo di avere ancora due settimane per poter valutare. E per poterlo fare, soprattutto, con calma. Un vantaggio enorme, rispetto a Juventus e Roma che nonostante le spese notevoli sono ancora in alto mare con circa quattro giocatori a testa da far arrivare. Scomodare il libro della Genesi forse è un tantino azzardato. Ma che il mondo Milan sia quasi completo è vero. Ed è già stata un’impresa.

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