Dopo Orbetello, Capalbio. Una moria di pesci per mancanza di ossigeno, si registra nella laguna salmastra costiera del lago di Burano, oasi Wwf a Capalbio (Grosseto). Lo rende noto la stessa amministrazione comunale di Capalbio spiegando che “si è prodotta un’emergenza ambientale sulla quale il Comune è tempestivamente intervenuto aprendo il centro operativo in data 7 agosto, a seguito di una prima nota informativa da parte del Wwf”. L’emergenza, spiega una nota, attualmente si sviluppa nel Canale scaricatore della bassa e in due aree del Lago, di fronte al canale e di fronte alla torre di Burano, e “preoccupa inoltre l’estesa area distrofica nella parte del lago prospicente l’idrovora di Ponente.

Dal 7 agosto, “nel culmine della stagione turistica, il Comune ha messo in moto la macchina organizzativa per fronteggiare l’evento”, coinvolgendo, tra gli altri, prefettura, Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Arpat, Consorzio di bonifica, e Wwf. L’amministrazione comunale “in quel momento era di fronte a una emergenza limitata al canale delle basse e con effetti ancora gestibili, così gli interventi messi in campo dal Comune erano nell’immediatezza apparsi risolutivi. Dal 14 agosto sera gli eventi hanno avuto proporzioni preoccupanti che hanno visto i soggetti impegnati in una vera e propria emergenza ambientale”.

Ieri, si legge ancora, “il Wwf ha dato notizia al servizio veterinario Asl Toscana sud est dello stato di fatto e della moria di pesci per anossia che, una volta raccolto, sarà smaltito attraverso ditta autorizzata”. Secondo il Comune “emerge da ciò la preoccupazione di dover nel proseguo affrontare situazioni fuori controllo memori dell’emergenza della laguna di Orbetello. È ora di ripensare al modello organizzativo e di gestione. Il futuro si annuncia con condizioni climatiche sempre più estreme, gli interventi da mettere in campo dovranno essere adeguati ad impedire emergenze come quella in corso e a proteggere un bene comune di tale rilevanza”.

“L’emergenza attuale ci mette di fronte ad alcune irrisolte domande – osserva ancora l’amministrazione comunale -, a parte la gestione, di chi è la proprietà del lago di Burano, posto che le acque sono tutte pubbliche? A chi appartengono i diritti di pesca; di chi è il pesce, vivo o morto? Ciò nonostante la risoluzione dell’emergenza prima di tutto, e l’amministrazione e il complesso degli enti pubblici insieme con le associazioni ambientali e la Società Sacra lavorano e lavoreranno senza sosta per la risoluzione delle problematiche”.

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