Salute

“In troppi prendono l’aspirina senza bisogno e non pensano alle conseguenze: si rischiano emorragie gastrointestinali”: il monito dell’esperto

Lo spiega Valentina Mantovani, cardiologa dell’Unità di Cardiologia Clinica dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano. "Ma ci imbattiamo ancora in pazienti che ancora l’assumono senza effettive necessità"

L’aspirina assunta per la prevenzione primaria, ossia quando non ci sono patologie conclamate, delle malattie cardiovascolari è sconsigliata ormai da anni. Tuttavia, una recente ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine ha esaminato i dati auto-riportati di oltre 186mila adulti negli Stati Uniti e ha scoperto che quasi un terzo del campione, di età pari o superiore a 60 anni e senza malattie cardiovascolari, stava usando l’aspirina nel 2021. Il farmaco è sconsigliato per questi pazienti perché “è più alto il rischio di emorragie gastrointestinali che la protezione cardiovascolare, soprattutto in questi anziani”, ha affermato il dottor Mohak Gupta, autore dello studio e medico residente senior presso la Cleveland Clinic.

Alle dichiarazioni di Gupta fanno eco quelle di Valentin Fuster, presidente del Mount Sinai Fuster Heart Hospital ed ex presidente dell’American Heart Association, che ha affermato di essere preoccupato per il fatto che tanti pazienti che non trarrebbero beneficio dall’aspirina la stiano ancora assumendo e che in molti casi i medici sembrano aver consigliato a queste persone di assumere il farmaco.

A che serve l’aspirina
L’aspirina agisce fluidificando il sangue, riducendo quindi il rischio di coaguli di sangue che possono ostruire le arterie e provocare un infarto o un ictus. Per molti anni, i medici hanno raccomandato di assumere una bassa dose di aspirina per prevenire le malattie cardiache. Ma nel 2019, l’American Heart Association e l’American College of Cardiology hanno pubblicato delle linee guida che suggerivano che gli anticoagulanti non dovrebbero essere usati di routine per prevenire problemi cardiovascolari negli adulti di età superiore ai 70 anni. E nel 2022, la US Preventive Services Task Force ha sconsigliato alle persone di età pari o superiore a 60 anni senza una storia di problemi cardiovascolari di usare l’aspirina per prevenire le malattie cardiache.

Il parere dell’esperta
Il rischio di una cura fai da te è abbastanza alto visto che parliamo di un farmaco da banco che non richiede la ricetta medica. “In ogni caso, la prevenzione primaria delle patologie cardiovascolari attraverso l’impiego dell’aspirina è stata ormai abbandonata anche in Italia”, spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Valentina Mantovani, cardiologa dell’Unità di Cardiologia Clinica dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano. “Nondimeno, ci imbattiamo ancora con una certa frequenza in pazienti che ancora l’assumono senza effettive necessità”.

Dottoressa Mantovani, per le patologie cardiovascolari lo specialista prescrive la cardioaspirina. La differenza qual è con l’aspirina usata per esempio per alleviare dolori come mal di testa?
“La cardioaspirina ha lo stesso principio attivo ma in dosi minori, 100 mg, rispetto ai 500 o 1000 mg dell’aspirina usata come antinfiammatorio. I 100 mg sono sufficienti per ottenere l’effetto antiaggregante nei pazienti che ne hanno bisogno”.

Quali benefici apporta, invece, un uso corretto della cardioaspirina?
“La cardioaspirina può essere un farmaco salvavita ed è indicata per esempio nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica o pregresso ictus cerebrale. Il beneficio nel ridurre il rischio di avere un evento vascolare supera perciò i rischi associati all’insorgenza di effetti collaterali, come sanguinamenti del tratto gastrointestinale”.

Un ultimo consiglio sull’uso di questo farmaco?
“Rivolgersi allo specialista cardiologo e non fidarsi delle indicazioni dell’amico o vicino di casa, come purtroppo spesso succede di verificare nella nostra pratica clinica! Inoltre, quando si va in visita dal cardiologo, è bene portare tutta la documentazione relativa alla propria storia clinica. Perché a volte succede che una persona abbia preso l’aspirina per un’indicazione corretta, ma si dimentica di riportare il motivo per cui l’assume ancora, anni dopo, durante una nuova visita specialistica. Con il rischio di fare sospendere la somministrazione del farmaco, senza che ci sia una valida ragione”.