E’ il secondo giorno di colloqui a Doha tra i mediatori per una tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli israeliani rapiti il 7 ottobre. Secondo una fonte vicina al dossier, “le parti sperano di vedere progressi entro le prossime 24 ore“, come riferisce Haaretz, aggiungendo che “finora i colloqui hanno avuto successo e si sono svolti in uno spirito positivo”. Ma per Hamas l’obiettivo è lontano. “I mediatori parlano ancora di ridurre le distanze, ma è chiaro che la parte israeliana aggiunge ulteriori condizioni, parla di nuove questioni”, ha detto ad Al Jazeera Osama Hamdan, un portavoce del movimento al potere a Gaza che non partecipa direttamente ai colloqui ma viene costantemente aggiornato dal Qatar tramite il quale partecipa indirettamente ai negoziati. “Credo stiano cercando di compromettere questo processo”, ha detto Hamdan, ricordando che il gruppo insiste per il “ritiro completo” delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. E, ha concluso, se Israele mandasse “segnali positivi” Hamas parteciperebbe ai colloqui, ma questo non è ancora accaduto.

Come già accaduto nel primo giorno di trattativa in Qatar, le operazioni militari di Israele nell’enclave palestinese non si fermano. Le Israel Defense Forces hanno ordinato, con un lancio di volantini, lo sgombero di alcune zone del centro della Striscia designate come “safe zone” umanitarie o zone di interdizione ai combattimenti, in quanto da quelle zone proverrebbero lanci di razzi e di colpi di mortaio verso Israele. Le aree da evacuare sono la zona nord di Khan Younis e la parte orientale di Deir al-Balah, entrambe parte della zona “sicura”.

L’agenzia di stampa palestinese Wafa e l’emittente araba Al Jazeera affermano che tra ieri sera e stanotte l’esercito israeliano ha bombardato la Striscia uccidendo almeno sette persone nel campo profughi di Jabalia e un’altra in quello di Nuseirat. L’Idf ha confermato che aeronautica militare ha colpito ieri più di 30 obiettivi, tra cui edifici utilizzati da gruppi terroristici, cellule di uomini armati e altre infrastrutture. Lo ha reso noto l’esercito israeliano, aggiungendo che le truppe sono impegnate nelle zone meridionali di Gaza, a Rafah e Khan Younis, e nel corridoio di Netzarim, nel centro dell’enclave. La Marina israeliana ha anche ucciso “un certo numero di terroristi che rappresentavano una minaccia per le truppe che operavano nella Striscia di Gaza centrale”.

L ‘aeronautica militare israeliana ha fatto sapere anche di aver colpito una struttura militare in cui operavano miliziani di Hezbollah nella zona di Aitaroun, nel sud del Libano. Inoltre nella stessa zona , l’artiglieria ha colpito anche nelle aree di Blida e Kfarkela. In più è stato localizzato un drone ostile nella zona di Beit Jann. Nelle scorse ore una fonte anonima che ha stretti legami col gruppo libanese ha detto al Washington Post che “Hezbollah non lancerà la sua operazione di ritorsione durante i colloqui in Qatar perché il partito non vuole essere ritenuto responsabile per aver ostacolato i colloqui o un potenziale accordo”.

Intanto le Nazioni Unite hanno chiesto una pausa di 7 giorni nei combattimenti nella Striscia per consentire la vaccinazione di 640mila bambini contro la poliomelite. L’appello viene dall’Oms e dall’Unicef, che chiedono a tutte le parti in conflitto di attuare le pause umanitarie nella Striscia di Gaza per consentire lo svolgimento di due cicli di campagne di vaccinazione, previsti tra la fine di agosto e settembre 2024. Le due agenzie dell’Onu li ritengono necessari per prevenire la diffusione della variante circolante del poliovirus di tipo 2, afferma un comunicato.

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