Le indagini hanno rivelato una rete di persone consapevoli della fragilità dell'attore, che aveva pubblicamente parlato dei suoi problemi di dipendenza, e che avrebbero approfittato della sua situazione per trarne profitto
L’inchiesta sulla morte di Matthew Perry, l’attore 54enne noto per il ruolo di Chandler in “Friends“, ha raggiunto un punto cruciale con decine di perquisizioni, sequestri di telefoni e l’incriminazione di cinque persone, due delle quali già arrestate. Le indagini, durate quasi un anno, hanno rivelato dettagli inquietanti sugli ultimi giorni dell’attore, trovato senza vita nella sua vasca idromassaggio il 28 ottobre 2023. La causa ufficiale del decesso è stata l’annegamento, ma gli inquirenti sostengono che sia stato provocato dalla perdita di sensi indotta da stupefacenti.
La rete dietro la morte di Perry
Il procuratore Martin Estrada, supportato dai rilievi del medico legale, sostiene che la morte di Perry sia da imputare a coloro che gli hanno procurato e somministrato la ketamina poco prima dell’annegamento. Le indagini hanno rivelato una rete di persone consapevoli della fragilità dell’attore, che aveva pubblicamente parlato dei suoi problemi di dipendenza, e che avrebbero approfittato della sua situazione per trarne profitto.
Gli arrestati e le accuse
Tra gli indagati figurano due medici, l’assistente personale di Perry, Kenneth Iwamasa, e una donna di 41 anni, Jasveen Sangha, soprannominata “Ketamine Queen”, accusata di essere una spacciatrice attiva nel circuito losangelino. Nella sua casa sono state trovate ingenti quantità di ketamina, metanfetamina, xanax e cocaina. Sangha è accusata di nove reati, tra cui la vendita di 50 dosi di ketamina a Perry per circa 11mila dollari. Il dottor Salvador Plasencia è accusato di aver fornito e somministrato ketamina all’attore. Messaggi sequestrati dal suo telefono rivelano un atteggiamento predatorio nei confronti di Perry. Gli altri tre indagati – l’assistente dell’attore, Eric Fleming, e un secondo medico, Mark Chavez – si sono dichiarati colpevoli di distribuzione di sostanze stupefacenti illegali.
La spirale della droga
Perry aveva dichiarato in passato di non amare la ketamina, ma gli inquirenti ritengono che abbia iniziato a farne uso ricreativo un mese prima della sua morte, trasformandosi rapidamente in abuso. Tra settembre e ottobre 2023, l‘attore avrebbe speso 55mila dollari per acquistare ketamina. Il 10 ottobre, il dottor Plasencia avrebbe consegnato dieci dosi di ketamina a Perry in un parcheggio pubblico, iniettandogliene una dose direttamente in auto. Due giorni dopo, avrebbe ripetuto l’azione nella villa dell’attore, somministrando una dose più alta che avrebbe causato un picco di pressione e un “congelamento” di Perry, rendendolo incapace di muoversi e parlare. Nonostante ciò, Plasencia avrebbe lasciato altre dosi di ketamina a Iwamasa.
Gli ultimi giorni di Perry
Negli ultimi giorni di vita, Perry avrebbe fatto uso ripetuto di ketamina, somministrata principalmente dal suo assistente, a cui Plasencia aveva insegnato a fare le iniezioni, nonostante la mancanza di formazione medica. Entrambi erano consapevoli che la dipendenza di Perry stava sfuggendo al controllo, ma hanno sottovalutato i rischi del mix di sostanze che l’attore assumeva. Gli inquirenti ipotizzano che Perry abbia ricevuto 20 iniezioni di ketamina in quattro giorni, di cui tre il giorno della sua morte. Iwamasa, che ha trovato l’attore senza vita, è accusato di cospirazione per distribuire ketamina e di lesioni, e si è già dichiarato colpevole.
Le parole di Jennifer Aniston
La collega e amica Jennifer Aniston ha rivelato di aver scambiato messaggi con Perry la mattina della sua morte. L’attrice ha dichiarato che Perry non stava soffrendo, era felice e stava lavorando duramente per rimettersi in forma. Evidentemente, Aniston non era a conoscenza dell’abuso di sostanze dell’amico in quei giorni.
La speranza di aiutare altri
Durante la conferenza stampa, la responsabile dell’agenzia per il controllo degli stupefacenti, Anne Milgram, ha dichiarato che la visibilità di questo caso potrebbe aiutare altre persone che lottano contro la tossicodipendenza. Milgram ha fatto riferimento a una dichiarazione di Perry, rilasciata un anno prima della sua morte, in cui l’attore aveva espresso il desiderio di essere ricordato come una persona che aiutava gli altri, specialmente coloro che combattevano contro la dipendenza.