La guerra tra Russia e Ucraina si combatte ormai su molti fronti. Mentre Kiev rivendica nuovi progressi nella sua offensiva in territorio russo, le truppe di Mosca avanzano in Donetsk, tanto che le autorità militari della città ucraina orientale di Pokrovsk hanno esortato i civili ad accelerare l’evacuazione perché l’esercito russo si sta rapidamente avvicinando a quello che per mesi è stato uno degli obiettivi chiave di Putin. In tutto questo la Russia sostiene di aver respinto un attacco notturno contro il ponte di Crimea con 12 missili di fabbricazione americana Acams.
L’attacco in Crimea – “È stata usata la difesa aerea per deviare missili Usa contro il ponte di Crimea. Tutti i missili sono stati distrutti”, ha scritto il ministero della Difesa russo. Il Ponte di Crimea, inaugurato nel 2018, collega Kerch, in Crimea, con la regione russa di Krasnodar. È stato frequente obiettivo di attacchi da parte delle forze di Kiev dall’inizio dell’invasione russa del 2022. Mosca ha inoltre rivendicato la distruzione, a opera di elicotteri, di cinque droni nel Mar Nero diretti in Crimea.
L’offensiva a Kursk – L’Ucraina, di contro, ha rivendicato nuovi progressi nella sua offensiva contro la Russia, affermando di aver conquistato oltre 1.150 chilometri quadrati nel più grande attacco da parte di un esercito straniero sul suolo russo dalla Seconda guerra mondiale. La Russia, da parte sua, ha dichiarato di aver riconquistato il primo villaggio delle forze ucraine nella regione di confine di Kursk e ha annunciato che invierà “forze aggiuntive” nella vicina regione di Belgorod. L’Ucraina ha precisato che ora controlla decine di insediamenti e Sudzha, una città a otto chilometri dal confine. “Abbiamo preso il controllo di 1.150 chilometri quadrati di territorio e 82 insediamenti“, ha detto il comandante militare Oleksandr Syrsky. Le forze ucraine avrebbero anche catturato “centinaia” di prigionieri russi nel Kursk che “in un secondo momento saranno scambiati con i prigionieri di guerra ucraini detenuti dalla Russia”, ha detto alla Bbc Yuriy Sak, alto consigliere del governo di Kiev.
Kiev: “Costringeremo la Russia a Negoziare” – Mentre il presidente Vladimir Putin riunisce il Consiglio di sicurezza nazionale per discutere delle “nuove soluzioni tecniche” da adottare nel conflitto, a più di una settimana dall’inizio dell’incursione delle forze ucraine nella regione russa di Kursk, il consigliere dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky pubblica un lungo post su X dedicato alla “guerra difensiva” dell’Ucraina: “L’Ucraina non è interessata a occupare territori russi“, ma “se parliamo di possibili negoziati, sottolineo potenziali, dovremo mettere la Federazione russa al tavolo dal lato opposto, alle nostre condizioni“, scrive Mykhailo Podolyak parlando di “mezzi di coercizione efficaci” per costringere Mosca a negoziare.
L’avanzata russa in Donetsk – Il nuovo fronte in territorio russo non ferma però la guerra in Ucraina. Le autorità militari della città ucraina orientale di Pokrovsk hanno esortato i civili ad accelerare l’evacuazione perché l’esercito russo si sta rapidamente avvicinando. Le autorità hanno affermato in un post su Telegram che le truppe russe stanno “avanzando rapidamente“. “Ogni giorno che passa c’è sempre meno tempo per raccogliere gli effetti personali e partire per regioni più sicure”, hanno aggiunto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva avvertito giovedì che Pokrovsk e altre città vicine nella regione di Donetsk erano prese di mira da intensi attacchi russi.
Tensione in Bielorussia – Intanto il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin ha affermato che sussiste un’alta probabilità di una provocazione armata contro la Bielorussia da parte della vicina Ucraina. Il presidente Alexander Lukashenko è tornato a esortare Ucraina e Russia a “sedersi al tavolo dei negoziati e porre fine” alla guerra, ma anche a minacciare l’uso di armi nucleari tattiche nel caso in cui i confini della Bielorussia fossero violati dal nemico. In un’intervista all’emittente di stato russa Vgtrk, Lukashenko afferma che ad “avere bisogno” di questo conflitto è solo l’Occidente e non i popoli ucraino e russo. “Non vogliamo un’escalation e una guerra contro l’intera Nato, ma se si arriva a questo non avremo altra scelta: non appena qualcuno oltrepasserà il confine di Stato la risposta sarà immediata“, dice il presidente bielorusso. “Non useremo alcuna arma finché non metteranno piede sul nostro” territorio, aggiunge Lukashenko. Secondo lo stretto alleato del presidente Vladimir Putin, “alti rappresentanti” della leadership americana vogliono “lasciare che ucraini e russi si picchino a morte e si distruggano tutti a vicenda”.