Chi ha ucciso Sharon Verzeni? Le indagini per identificare il killer della 33enne, accoltellata in strada a Terno d’Isola dopo la mezzanotte del 30 luglio, proseguono. Dopo la profilazione del Dna di residenti della zona e di altre persone, si attendono gli ulteriori passi degli investigatori. Intanto anche Mario Ruocco, padre di Sergio il compagno della donna, è stato sentito dai carabinieri: “Siamo persone pulite, sia io, sia mio figlio, Bravissima Sharon e bravissimo Sergio”.

L’uomo è stata la prima persona interrogata dai carabinieri piombati a casa nel cuore della donna dopo che la vittima, che era riuscita a lanciare l’allarme al 112, era spirata per le tre coltellate ricevute. Intervistato dal quotidiano Il Giorno l’uomo ha escluso categoricamente che il figlio possa centrare qualcosa e rilancia: “In un bar entra tanta gente, di ogni tipo. La mia ipotesi è che qualcuno possa avere infastidito Sharon, averle fatto delle avance. Lei si è rifiutata. Quello l’ha tenuta d’occhio mentre lei era ignara di tutto, magari l’ha seguita dal bar di Brembate dove lavorava fino a Terno d’Isola e gliel’ha fatta pagare. Almeno, questa è l’idea che mi sono fatto, solo una ipotesi. Hanno sentito una macchina che sgommava, forse era l’assassino”.

Una delle analisi degli investigatori riguarda il telefonino della donna: nei 50 minuti di camminata prima di essere uccisa il suo telefono ha infatti generato traffico. Una chiamata? Messaggi? Secondo la criminologa Roberta Bruzzone la 3eene conosceva l’assassino e il suo son è stato un delitto casuale. “La dinamica del delitto – ragiona con l’Adnkronos – indica chiaramente che Sharon ha avuto un’interazione prolungata con il suo carnefice prima di essere uccisa. La ragazza ha percorso 630 metri in circa 50 minuti. Una distanza che una persona abituata a camminare avrebbe coperto in cinque o sei minuti”. Per Bruzzone non ci sono dubbi: “Non si tratta di un’aggressione improvvisa, ma di un incontro prolungato, durante il quale la ragazza ha interagito con il suo carnefice”.

Questa osservazione, secondo la criminologa, allontana nettamente l’idea di una violenza improvvisa. A rafforzare questa ipotesi è la scoperta di una traccia genetica, probabilmente appartenente all’assassino, rinvenuta sulla scena del crimine. Gli investigatori hanno concentrato i loro sforzi su una serie di test del Dna mirati. “La scelta di limitare l’indagine ai residenti di quella via è una mossa strategica molto sensata“, spiega Bruzzone, “anche perché il numero di test necessari è relativamente contenuto”. La criminologa esclude l’ipotesi di un test del Dna su vasta scala: “Gli investigatori hanno già in mano una profilazione preliminare, capace di indirizzare l’indagine verso sospetti specifici”.

Labile invece un’altra pista che appare più come una suggestione che porterebbe a Scientology. Il parroco di Terno d’Isola, interpellato dall’Adnkronos, non sembra convinto di questa ipotesi: “Sharon si stava preparando a un corso per il matrimonio religioso e mi sembrava molto convinta della scelta: poi francamente non so se abbia frequentato scientology come si fa yoga senza essere buddisti. A me sembrava animata dalla fede cristiana e convinta della scelta di un matrimonio cattolico”. Secondo il parroco i due fidanzati non avevano dato segni di litigi o incomprensioni, almeno nel corso di preparazione al matrimonio: “Era una coppia un po’ riservata, ma affiatata. Non avevano una data già decisa per sposarsi, ma questo vale per la metà delle coppie che partecipano agli incontri”.

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