Stava giocando con i suoi figli nella piccola piscina che gli aveva comprato per farli divertire durante l’estate, poi però un tuffo giocoso poteva costarle la vita. È successo a una donna, Gemma Allinson, madre di tre figli, che dopo un tuffo in piscina si è rotta l’osso del collo e ha avuto un arresto cardiaco, terrorizzando i bimbi che stavano giocando con lei.
Fortunatamente, il più grande dei tre, Cameron Todd, oggi 20enne, era a casa quando la più piccola, Daisy, è corsa ad avvisarlo. Così, il ragazzo ha potuto soccorrere la madre e chiamare l’ambulanza, mentre il fratello minore, Alfie, andava a chiedere aiuto ai vicini. La 42enne è stata portata all’Hull Royal Infirmary, dove i medici hanno scoperto la frattura di una vertebra e acqua nei polmoni. Dopo un mese di ricovero, Gemma ha subito un intervento chirurgico salvavita per rimuovere l’osso rotto e inserire una gabbia nella parte posteriore del collo. Mesi dopo ha scoperto dal referto medico di essere ‘morta’ per due minuti.
“Stavo solo giocando e il giorno dopo mi sono svegliata con un tubo in gola – ha detto Allinson -. Non sapevo dove diavolo mi trovassi, cosa stavo facendo o cosa fosse successo. È stato terribile. Ricordo che mi sono svegliata e ho solo pianto. Non si dovrebbe saltare in acque basse, ho imparato la lezione. Soprattutto gli adulti, non importa per i bambini perché sono un po’ più piccoli. Un colpo alla testa, un colpo al corpo, ti sei fatto male. Non potevo muovermi. Avevo dei tubi nella gola e nel naso. I medici non pensavano che sarei rimasta viva, non pensavano che avrei camminato di nuovo. È stato un momento critico quando stavo davvero male a causa della lesione alla spina dorsale e al collo. Ho dovuto reimparare a fare tutto. A mangiare, camminare, prendermi cura di me stessa, vestirmi, lavarmi. Ho avuto un tubo nel naso per alimentarmi perché non potevo mangiare. Ho avuto un catetere per ben cinque mesi, quindi ho dovuto reimparare ad andare in bagno da sola correttamente, fare la doccia da sola, lavarmi i capelli da sola, lavarmi i denti. Tutti dovevano fare queste cose per me perché non potevo usare le mani”.
Una storia tragica, che, però, poteva finire molto peggio. E ora, a distanza di due anni da quella tragedia sfiorata, Gemma indossa un tutore per la gamba e usa uno scooter per spostarsi. Tantissime le difficoltà che la donna ha dovuto patire negli ultimi 24 mesi, tanto da costringere i suoi figli ad aiutarla a pensare positivamente durante la sua convalescenza.
“Prima dell’incidente non avevo problemi di salute, ero in ottima forma. Correvo in giro con la macchina e facevo il giro delle scuole. Tu lo dici, io lo facevo – racconta Gemma al Mail Online -. Ho appena imparato a farlo di nuovo ma in un modo diverso perché ora sono con le stampelle e ho un tutore alla gamba che devo indossare ogni giorno. È più difficile vivere davvero, ma vado avanti. Non è bello. I miei figli mi hanno davvero aiutato nel mio recupero e a continuare ad andare avanti”.
Ma il peggio, adesso, è passato alle spalle, tanto che la signora Allinson è tornata a guidare ed è riuscita a portare i suoi figli in vacanza a Butlins, nuotando con loro. “È fantastico perché non dipendo da nessuno. Se posso farlo nello stato in cui sono, allora chiunque può farlo. È difficile, ma ho imparato a vivere così. Non posso fare la metà delle cose che facevo prima, ma ci provo comunque. Devi solo rimanere positivo. Devi solo andare avanti e mantenere la tua mente il più positiva possibile e continuare ad andare avanti. Quando ero in ospedale, c’erano persone che arrivavano con lesioni da piscina. Non ero l’unica. Vedi queste persone che montano piscine e saltano dentro e si divertono. Non posso criticarli perché è esattamente quello che facevo io, divertirmi. Ma quando lo vedo ora, penso ‘non farlo, non saltare così’. È solo un promemoria di ciò che ho fatto, ma tutto ciò che posso dire è di fare attenzione”, ha concluso la donna.