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La Germania dimezza da 8 a 4 miliardi gli stanziamenti per Kiev nel 2025. La differenza (forse) dagli asset russi congelati

La Germania, il secondo maggiore donatore di aiuti all’Ucraina, intende dimezzare i suoi aiuti militari bilaterali a Kiev nel 2025. Lo riporta l’agenzia Afp citando una fonte parlamentare. Berlino intende compensare questo taglio con le maggiori risorse che dovrebbero arrivare dagli interessi maturati sugli asset russi congelati in Europa. Circa 190 miliardi di euro nell’Ue, […]

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La Germania, il secondo maggiore donatore di aiuti all’Ucraina, intende dimezzare i suoi aiuti militari bilaterali a Kiev nel 2025. Lo riporta l’agenzia Afp citando una fonte parlamentare. Berlino intende compensare questo taglio con le maggiori risorse che dovrebbero arrivare dagli interessi maturati sugli asset russi congelati in Europa. Circa 190 miliardi di euro nell’Ue, e 300 mld in tutto il mondo, che si calcola possano generare interessi tra i 3 e i 5 miliardi di euro l’anno. Denaro che andrà comunque al massimo a pareggiare l’attuale livello di risorse destinate a Kiev, non c’è infatti in previsione nessun “aiuto aggiuntivo” ai quattro miliardi di euro previsti per il prossimo anno, la metà degli otto miliardi stanziato quest’anno.

Il governo di Olaf Scholz è alle prese con una complicata partita politica per definire il budget 2025, senza aumentare l’indebitamento. Non paiono esserci collegamenti della decisione con quanto emerso sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream per cui la Germania ha emesso un mandato di cattura nei confronti di un uomo ucraino.

Più nel dettaglio la Germania conta sulla “creazione, nell’ambito del G7 e dell’Unione Europea, di uno strumento finanziario che utilizzi i beni russi congelati“, ha affermato un’altra fonte interna al ministero delle Finanze. Le fonti interpellate da Afp hanno confermato diverse indiscrezioni di stampa. Il quotidiano Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung ha scritto che la decisione fa parte di un accordo tra il cancelliere, del partito socialdemocratico di centro-sinistra, e il ministro delle finanze liberale Christian Lindner che chiede risparmi.