TRENTO – Un anno fa l’orsa F36 è stata uccisa in Trentino, nel comune di Sella Giudicarie, con un colpo di arma da fuoco, ma non è sufficiente aver accertato che nella zona, in quel momento, c’erano quattro cacciatori partecipanti a una battuta, armati di fucile. Siccome la responsabilità penale è personale, non ci sono elementi sufficienti per chiedere il processo a carico di uno dei quattro, visto che non è stato rintracciato il proiettile che ha ucciso F36 e, di conseguenza, nemmeno l’arma che lo ha sparato. Per questo la Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione del procedimento per bracconaggio. Insorge però l’associazione Lav, la Lega Antivivisezione, che nel procedimento era stata riconosciuta parte offesa ed è intenzionata a impugnare la richiesta dei magistrati.

La notizia dell’epilogo dell’inchiesta è stata data con un comunicato da Lav, che è tutelata dall’avvocato Massimiliano Canè. Un anno fa l’orsa aveva seguito due escursionisti, per questo era stata segnalata. Un paio di mesi dopo era stata trovata la carcassa dell’animale. “Adesso possiamo dire, alla luce della lettura dei contenuti della richiesta di archiviazione, che venne uccisa con un colpo di arma da fuoco. Si è trattato di un crudele orsicidio, figlio del clima d’odio costruito in Trentino da Maurizio Fugatti, che in quel periodo era impegnato in una campagna elettorale fondata sulla ricerca del consenso attraverso la demonizzazione degli orsi”. Il presidente leghista della Provincia autonoma di Trento è da alcuni anni al centro delle cronache per aver avviato percorsi di soppressione degli animali che hanno assalito l’uomo, scontrandosi con le associazioni animaliste.

Lav rincara: “Le ‘sparate’ di Fugatti non hanno risparmiato nemmeno il progetto Life Ursus, secondo lui ‘fuori controllo’, anche se concluso ben vent’anni prima e hanno riguardato la richiesta di rimuovere 70 orsi dal territorio, perché da lui considerati ‘troppi’. Una sequela di castronerie che però ha trovato terreno fertile nel tessuto sociale trentino, tanto da arrivare all’uccisione dell’orsa F36”.

Le cause del decesso, secondo l’autopsia, sono le seguenti: “Shock ipovolemico conseguente a lesioni traumatiche agli organi vitali, causate dal passaggio di un corpo metallico trasversalmente attraverso il torace dal lato destro a quello sinistro”. L’orsa sarebbe stata uccisa da persone in grado di maneggiare un’arma da fuoco, visto che sono stati lesi proprio gli organi vitali. “Si tratta di persone vigliacche – aggiunge Lav – perché hanno usato un’arma da fuoco contro un essere indifeso e perché, come ben chiarito dalle ipotesi investigative, l’uccisione era stata posta ‘in essere senza alcuno stato di necessità: le evidenze della posizione dimostravano che l’animale non doveva trovarsi nella posizione di attacco’”.

Le indagini si erano indirizzate su un appostamento da caccia non lontano dal luogo del rinvenimento, dove quattro cacciatori si sarebbero trovati il 24 settembre 2023. La conferma della loro presenza è venuta dai cellulari e dalle denunce di uscita di caccia che gli interessati avevano presentato. Non è stato trovato il proiettile che ha ucciso e quindi è stata impossibile una comparazione con le armi in possesso del gruppetto. L’archiviazione è stata chiesta perché non si è andati oltre l’orizzonte di un quadro indiziario.

“È inaccettabile che nonostante i tanti elementi utili raccolti durante le indagini, i responsabili dell’uccisione di F36 possano farla franca. – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV – Con il nostro ufficio legale stiamo preparando l’atto di opposizione, il procedimento non deve essere archiviato, vogliamo che i responsabili paghino per questo ignobile atto di bracconaggio”. Lav punta l’indice contro “il mondo della caccia e quello del bracconaggio, due mondi che considerano divertimento e passatempo la sofferenza e l’uccisione di esseri viventi indifesi. In assenza di un’azione politica competente da parte dell’amministrazione provinciale, decidono di farsi giustizia da sé, trasformando il Trentino in una sorta di nuovo far west dove vige la legge del più forte”.

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