Disordini nella seconda sezione del carcere di Bari, dove sono reclusi circa 80 detenuti per reati comuni e alcuni dei quali affetti da patologie anche di natura psichiatrica. A denunciarlo in tre distinti comunicati, sono stati per primi i sindacati della polizia penitenziaria Osapp, Spp e Sappe. Subito dopo è intervenuta la Procura di Bari che, confermando che ci sono tuttora “accertamenti in corso”, ha ridimensionato i presunti scontri a “un atto di dissenso nei confronti della polizia penitenziaria”.
Secondo fonti interne all’agenzia Ansa, è “eccessivo parlare di rivolta”. L’accesa contestazione, scoppiata nel pomeriggio, ha coinvolto un infermiere in servizio nel carcere che sarebbe stato trattenuto dai reclusi per alcuni minuti. Un agente di polizia penitenziaria ha riportato ferite lievi mentre tentava di riportare la calma. Sul posto ci sono gli agenti della polizia di Stato che dall’esterno stanno monitorando la situazione. All’interno, invece, c’è anche la direttrice della casa circondariale, Valeria Pirè.
Per il segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria Leo Beneduci, la situazione è più allarmante: “Si ha il motivato timore che la situazione del carcere di Bari”, ha detto, “in cui sono allocati detenuti anche appartenenti alle famiglie criminali del territorio possa degenerare ulteriormente ovvero la rivolta in corso possa servire da innesco per altre realtà penitenziarie pugliesi anch’esse in precarie condizioni di organico e di vivibilità”. Secondo Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, “i detenuti della seconda sezione hanno preso il controllo picchiando un agente”. Non sono chiari i motivi alla base della accesa protesta dei detenuti. “Si tratta della stessa sezione da cui nei giorni scorsi un detenuto di nazionalità straniera ha provato a fuggire”, ha dichiarato Federico Pilagatti, segretario del Sappe, evidenziando che “le notizie in nostro possesso sono frammentarie”.