La giornalista del Tg1 Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini tornano in Italia. Dopo il reportage sull’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, Mosca aveva minacciato ritorsioni per quello che ritiene un ingresso “illegale” dei giornalisti italiani. L’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, ha tenuto a precisare che la decisione di far rientrare “temporaneamente” in Italia Battistini e Traini è stata presa “esclusivamente per garantire” la loro “sicurezza e tutela personale”.

Poche ore dopo la diffusione della notizia del rientro in Italia dei due inviati del Tg1 i servizi russi dell’Fsb hanno reso noto di aver aperto un procedimento penale contro i giornalisti della Rai con l’accusa di “aver attraversato illegalmente il confine” con la Russia ed effettuato riprese video a Sudzha, nella regione di Kursk. In un comunicato citato da Ria Novosti, l’Fsb menziona il terzo paragrafo dell’articolo 322 del codice penale russo. “Una decisione procedurale sarà presa in funzione dell’esito della verifica”, avviata, si aggiunge. Ieri il canale Baza aveva anticipato la possibile apertura di un procedimento penale a carico dei due giornalisti del Tg1 autori di un reportage dalla regione russa di Kursk dove il 6 agosto ha preso il via l’incursione delle forze ucraine. Sarebbe coinvolto nel procedimento anche il giornalista della Cnn Nick Paton Walsh.

Per protesta venerdì la Russia aveva convocato l’ambasciatrice d’Italia a Mosca, Cecilia Piccioni. A inizio giornata il canale Telegram russo Baza aveva anticipato l’intenzione del Ministero degli Interni russo di avviare un procedimento penale contro Battistini e Traini “ai sensi dell’articolo 322 del codice penale della Federazione Russa”. La Rai e in particolare le redazioni giornalistiche programmano in maniera totalmente autonoma e indipendente la loro attività, ha detto – secondo quanto ha fatto sapere la Farnesina – l’ambasciatrice Piccioni, convocata dalle autorità di Mosca sul caso. Aggiungendo che la rete diplomatica ha il compito di seguire e tutelare i cittadini italiani in ogni situazione. Nei confronti dei due giornalisti è scattata la solidarietà della politica e degli organismi di categoria, a partire dall’Ordine nazionale dei giornalisti, Fnsi, Usigrai e Unirai. Fnsi e Usigrai in una nota congiunta hanno ribadito che “l’informazione non si fa con le autorizzazioni preventive. Il racconto delle guerre è sempre difficile e sottoposto alle più varie forme di condizionamento. Minacciare di processo penale chi fa informazione è una di queste”. Vicinanza e solidarietà ai due giornalisti è stata espressa da esponenti politici di tutti gli schieramenti.

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