CORTINA D’AMPEZZO – L’avevano proposta come una delle opere strategiche per Cortina in versione olimpica. Si tratta del nuovo impianto di risalita dal piazzale Apolllonio, all’ingresso del paese, fino a Socrepes, ideato per trasportare in quota 2.400 persone, spettatori delle gare e sciatori ai piedi delle Tofane. Costo complessivo di 127 milioni di euro, 96 provenienti da una società privata proponente, 25 milioni dallo Stato e 6 milioni e mezzo dalla Regione Veneto. Peccato che pochi giorni fa, quando manca meno di un anno e mezzo all’inizio dei Giochi Milano-Cortina 2026, dall’analisi preliminare del progetto si scopra che i piloni della cabinovia dovrebbero sorgere sui prati di Mortisa, non solo un’area ambientalmente di grande pregio, ma geologicamente instabile. Un impianto di risalita così, senza altri studi o analisi delle alternative, è a rischio, non si può fare, nemmeno se è irrinunciabile per decongestionare il movimento del pubblico.

L’elenco di 25 correzioni è tale da scoraggiare ulteriori tentativi. Infatti, il sindaco di Cortina, Gianluca De Lorenzi, insorge e tira in ballo la Provincia di Belluno, accusata di remare contro. In realtà le critiche maggiori vengono dalla Direzione di Valutazione ambientale strategica della Regione. Fanno silenzio, per ora, sia il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che il governatore Luca Zaia e l’amministratore delegato di Infrastrutture Milano Cortina, Fabio Massimo Saldini.

La Regione: “Rischio di frane” – “L’area che interessa la stabilità delle opere e dell’esercizio deve essere immune dal pericolo di frane e valanghe. Qualora l’area ricada in siti a rischio, devono essere adottati idonei interventi di stabilizzazione o protezione”. Così scrive il comitato regionale Vas, che si è riunito il 7 agosto. Osservazioni come rasoiate, a firma del direttore, avvocato Cesare Lanna, e del vicario, l’ingegnera Lorenza Modenese. “Risulta che la costruzione della cabinovia a 10 posti (tracciato indicativo) è interessata da fenomeni franosi sia superficiali e diffusi, che colate lente con una profondità di scivolamento collocate a profondità variabili tra i 20 metri (zona a monte) e i 40 metri (nelle zone più a valle)”. Inoltre, “le classi di pericolosità variano dal P2 (pericolosità geologica media) al P3 (pericolosità geologica elevata). Il tracciato individuato come 3 bis, ricade interamente nel P2 del Piano di Assetto Idrogeologico, con alcuni elementi della cabinovia molto prossimi alle aree P3”. Insomma, c’è un “vasto movimento franoso localizzato nell’area di Mortisa” da cui è esente solo la stazione di partenza.

“Un progetto non compatibile” – Almeno quattro sostegni dell’impianto “risultano molto prossimi ai settori maggiormente critici a pericolosità geologica P3”. Inoltre, “le indagini geofisiche presenti nella documentazione sembrano essere state effettuate per soluzioni progettuali diverse rispetto alla proposta di tracciato”. Conclusione: “Con questo quadro di riferimento, non è possibile considerare l’area immune da frane. (…) Sulla base della documentazione, che non prevede interventi di stabilizzazione del versante, unita agli elementi conoscitivi sul dissesto franoso, si rappresenta al momento la non compatibilità della proposta progettuale di impianto a fune ‘Apollonio-Socrepes’ con la situazione dei versanti coinvolti”.

La Provincia: “Spostare la stazione” – Un’altra staffilata arriva dalla Provincia di Belluno, che ricorda come sia stata la giunta regionale del Veneto, il 20 maggio, a dichiarare di preminente interesse l’opera. Denuncia come gli impatti dell’intervento riguardino tutta la Valle del Boite e definisce “incoerente” la stazione di Mortisa, che non rispetta l’obiettivo di concentrare nel centro di Cortina l’accesso agli impianti di risalita, per ridurre la circolazione delle auto private verso i passi dolomitici. Suggerisce di spostare la stazione più a ovest, a causa dell’instabilità del terreno.

Il sindaco: “Olimpiadi compromesse” – Le autorità adesso litigano. Il sindaco Gianluca Lorenzi ha lanciato accuse alla Provincia, che ostacolerebbe l’opera. “Abbiamo bisogno di collaborazione e azioni concrete. Se il presidente della Provincia (Roberto Padrin, ndr) non interviene e non dialoga con i suoi uffici per trovare una soluzione, rischiamo di compromettere tutto”. Per il sindaco, “tra le opere strategiche, l’impianto di risalita riveste un’importanza fondamentale, è un nodo cruciale per viabilità e logistica dell’evento olimpico. La sua realizzazione è essenziale per garantire il regolare svolgimento delle discipline olimpiche, lo sci femminile e le Paralimpiadi. Un ritardo nelle tempistiche potrebbe compromettere seriamente l’appuntamento con le Olimpiadi 2026”.

Un progetto faraonico – Il partenariato pubblico-privato è stato proposto da Pool engineering (di Antonio Cancian, ex eurodeputato del Popolo della Libertà) e da Quick no problem parking. E’ previsto un edificio su cinque livelli, con la stazione di partenza (per Mortisa-Socrepes) e area commerciale e di ristoro (6.391 metri quadrati), oltre a un parcheggio pubblico con 747 posti auto su tre livelli e 114 box privati (altri 28.387 metri quadrati coperti e 8.500 metri a raso). Infine, un piazzale per trasporti pubblici e un collegamento pedonale veloce che attraversa Cortina, fino alla partenza per il Faloria. Una Cortina del futuro, ma a caro prezzo ambientale.

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