Incalzato dalle critiche e dalle richieste di alcune associazione l’ufficio del primo ministro israeliano ha diffuso i dati delle spese sostenute da Benjamin Netanyahu per i suoi soggiorni di ferie all’estero. Sempre accompagnato dalla moglie Sarah, il capo del governo israeliano ha spesso prolungato i soggiorni in occasione di impegni internazionali, per concedersi giorni di svago.

A Roma, ad esempio, per la visita avvenuta a marzo, i coniugi Netanyahu si sono fermati tre giorni in più, occupando una suite da oltre 5mila dollari al giorno. Ma naturalmente con il premier soggiorna un “mini esercito”, tra entourage e apparati di sicurezza. Alla fine i tre giorni nella capitale sono così costati mezzo milione di dollari.

La visita di una settimana tra New York e San Francisco ha avuto invece una spesa di quasi mezzo milione di dollari al giorno, per un conto finale di oltre 3 milioni di dollari. Nel mese precedente, a febbraio 2023, il contribuente israeliano ha pagato il fine settimana di Netanyahu e Sarah a Parigi non meno di 1.010.000 dollari per tre giorni. Inoltre per i 30 membri del loro entourage che li avevano accompagnati nella capitale francese il costo medio di una camera standard è stato di 1.145 dollari a persona. A Berlino il premier ha speso oltre 300mila dollari al dì.

L’ultimo viaggio dei coniugi Netanyahu è stato quello negli Stati Uniti delle scorse settimane. Quando l’incontro con Donald Trump a Mar a Lago è stato posticipato di un giorno dal premier israeliano, nonostante la data fosse già stata fissata dal tycoon e resa pubblica, per farla coincidere con il compleanno del figlio di Netanyahu, Yair, che vive a Miami. Il giovane è poi è rientrato in Israele con i genitori sull’areo presidenziale ma nascondendosi agli scatti dei fotoreporter sia alla partenza che all’arrivo. Scatenando feroci critiche dei media nazionali che hanno chiesto conto del viaggio clandestino di Yair Netanyahu.

Non è naturalmente una colpa di Netanyahu dover sempre essere accompagnato da molte persone, innanzitutto per ragioni sicurezza. Altrettanto comprensibile l’indignazione dell’opinione pubblica israeliane per scelte non esattamente improntate alla sobrietà, mentre il paese è nel mezzo di una profonda crisi e 115 ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas. In base ai dati dell’ufficio del primo ministro, dal 7 ottobre 2023, le spese per i giorni di ferie hanno superato i 6 milioni di dollari. Molte le manifestazioni che si sono svolte nelle città israeliane contro questi comportamenti.

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