Di notti romane nel cinema italiano se ne vedono tante. Sono recenti Non credo in niente, Notte fantasma, 2night, tutti film nottambuli ma di generi diversi. Dal 29 agosto in sala sarà una commedia romantica che mette per la prima volta insieme un attore e un’attrice trentenni che già da qualche anno stanno illuminando gli schermi con i loro personaggi azzeccati. Il plot: due sposini e una prima notte di nozze che dietro le quinte sembra meno appassionata di quanto si potrebbe immaginare, ma un bigliettino nella giacca di lui provocherà un girovagare per Roma tra ex, sospetti di tradimento e situazioni ambigue.

Parte da qui Finché notte non ci separi di Riccardo Antonaroli, commedia che guarda ai nostri tempi tirando i fili della gelosia per i personaggi di Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano da una parte, mentre dall’altra potrebbero pizzicare la curiosità del pubblico l’andatura di questa storia stralunata e la sospensione sul finale. Lei è perfetta come principessina vicina di casa dalla romanità borghese acqua e sapone mai spocchiosa, mentre lui la tiene come spalla brillante del bravo ragazzo non perfetto. Si ride anche amaro con i loro modelli, non fioccano trovate particolarmente originali, ma fila tutto piacevolmente. E se Pilar diventasse una nuova Julia Roberts italiana?

Il cast poi è di quelli ben assortiti tra talenti e caratterizzazioni. Così il tassista laziale di Francesco Pannofino (scuserete lo spoiler, in realtà romanista fino al midollo) risulta forse la sua più incredibile interpretazione. Ma divertiranno anche il cameriere surreale di Armando De Razza e i genitori premurosi di Giorgio Tirabassi e Lucia Ocone.

Si è detto tanto sulla riuscita di un passaggio dal romanzo al cinema, ma osservando i linguaggi audiovisivi risulta ancora più intricata e misteriosa quella terra di confine tra grande schermo e videogames. Moltissimi i film che hanno fatto cilecca in trasposizione. E senza girarci troppo intorno, l’ultimo in ordine di tempo è Borderlands. Videogioco di successo uscito nel 2009, nei cinema italiani dal 7 agosto ha totalizzato soltanto 404mila euro, ma il problema sono i “soli” 18,6 milioni di dollari incassati nel mondo a fronte di un budget superiore ai 110 milioni. O meglio, conseguenza dei problemi che troviamo in questa caleidoscopica follia di Eli Roth.

Regista e cast si saranno divertiti molto di più sul set a giocare con questo plottone che scimmiotta Star Wars e tanta Marvel dei Guardiani della Galassia, sicuramente più del pubblico a guardare una storia mai ben congegnata, spesso barbosa e senza senso.

Dispiace per due adesioni eccellenti, e totalmente sprecate. Jamie Lee Curtis si presta completamente al suo personaggio intergalattico, è l’unica a brillare, ma non basta. Cate Blanchett qui invece è proprio un errore di casting, e la sua guerriera spaziale risulta bidimensionale per scrittura e messa in scena. Magari il tutto potrebbe funzionare come filmotto da piattaforma, un tempo si diceva film di cassetta, ma al cinema non dimostra alcun appeal. Provaci ancora Eli.

Ritorna il 21 agosto dopo alcune anteprime estive la famiglia allargata di Gru con moglie, bimbi e Minions al seguito in Cattivissimo Me 4. Il franchise Universal ha virato verso il target dei giovanissimi ricollocandosi più saldamente tra i film per bambini e famiglie. Insomma, è perfetto per portare i piccoli e piccolissimi in un’avventura su grande schermo che potrebbe anche essere la prima in un cinema, quella di un innamoramento per la vita magari. Ma una coppia, adulti o adolescenti che fossero, potrebbe semplicemente trovarlo puerile. Anche se gli incassi dicono altro.

Si tratta sempre e comunque di riflessioni su pubblico e piazzamento di prodotto. La sgangherata truppa di tappetti gialli è sempre uno spasso intorno al suo anfitrione calvo. L’avventura stavolta vede un nemico un po’ damerino con la voce italiana di Stefano Accorsi, e dietro di lui una vecchina in sedia a rotelle più feroce di Crudelia De Mon ma più energica di ogni altro villain affrontato fin qui da Gru. E per questo di una comicità moderna e a suo modo politicamente scorretta e vincente. Si citano, gigioneggiando, vari supereroi, ad esempio Ciclope e La Cosa di casa Marvel, ma resta un pastiche popolato di sketch morbidi e bambineschi che lo fanno veleggiare per ora a ben 847,3 milioni di dollari incassati nel mondo. E anche questo blockbuster, come si prediceva tempo fa di Deadpool e Wolverine, sembrerebbe destinato a superare il miliardo.

Il 28 agosto chiuderà la sua trilogia horror glam il regista Ti West, quando approderà nei cinema di casa nostra anche MaXXXine. Già in programma maratone triple per questo cult per millenials e gen z che racconta le vicende di una ragazza con la spropositata ambizione a diventare star del cinema, ma passando per il mondo del porno. Nulla di più semplice no? Il nuovo capitolo la vede alle prese con Hollywood. Siamo negli anni ottanta e tutta l’estetica utilizzata da West fa da caloroso contorno alle vicende sanguinose dove Maxine, volente o nolente, si ritrova invischiata.

West continua a scandagliare il percorso dell’eroina sola contro tutti nella spietata scalata al successo. Al gradino più alto della sua metafora potrebbe ricordare il più visionario The Neon Demon, più criptico e meno commerciale di questo terzo capitolo più poliziesco e noir – a questo proposito il personaggio interpretato dal grande Kevin Bacon è una piccola chicca – che invece strizza l’occhio al pubblico adolescente con un erotismo velato quanto potente espresso in ogni sua posa da un’iconica Mia Goth. Senza la sua fascinosa efferatezza nel desiderare il successo, senza la trasparenza del suo personaggio nell’abbandonare ogni scrupolo, il film si sgonfierebbe come un canotto bucato. Invece West fa di Mia/Maxine una bandiera oscura del nuovo femminismo da terzo millennio. E a prescindere da questo appunto, Goth potrebbe avere un futuro luminoso come una sua collega di cui sopra, che dalla ragazza terrorizzata di Halloween ha fatto un bel po’ di strada: Jamie Lee Curtis.

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