Non sarà al massimo della condizione fisica, ma intanto lotta, reagisce, e soprattutto vince. Il tutto incorniciato da un urlo liberatorio finale a suggellare l’ennesima dimostrazione di forza e personalità. Jannik Sinner è in finale nel Masters 1000 di Cincinnati al termine di una battaglia durata più di tre ore contro il numero 4 del mondo Alexander Zverev, battuto con il punteggio di 7-6 5-7 7-6. Dopo quattro sconfitte consecutive, il numero 1 del mondo è riuscito a superare il tedesco, che stava diventando lentamente un piccolo tabù, e adesso se la vedrà contro il padrone di casa Francis Tiafoe, vittorioso nell’altra semifinale contro Holger Rune. Sinner andrà alla caccia del quinto titolo della stagione, il quindicesimo della carriera e del terzo Masters 1000 in assoluto. E’ il primo italiano ad arrivare in finale a Cincinnati.

Dopo la delusione per l’eliminazione nei quarti di finale di Montreal, questa finale era il risultato che serviva. Per guadagnare punti in classifica certo, ma anche per ristabilire dei rapporti di forza ben precisi, consolidati settimana dopo settimana in questo 2024. Inutile nascondere come le cose da migliorare in vista degli Us Open siano ancora diverse (dagli spostamenti laterali, al diritto, fino alla condizione generale), ma uno scatto in avanti rispetto al match contro Rublev c’è stato, e pure deciso. Lì dove ancora il fisico non arriva completamente, sopperisce la mentalità. Quella dote che traccia la linea tra chi può e chi potrebbe. Esattamente la differenza che esiste tra Sinner e Zverev, e che si è fatta sentire anche in questa partita. I momenti chiave li ha portati a casa tutti l’azzurro, mentre il tedesco è mancato. Il primo set è un esempio emblematico: 5-4 e servizio Zverev, controbreak dell’altoatesino. Insomma, è solo una questione di testa, perché nel tennis i punti non sono tutti uguali.

La prima finale in Ohio garantisce a Sinner di rimanere in vetta al ranking mondiale anche dopo lo Us Open. Tradotto: l’azzurro arriverà a quota 13 settembre al numero 1 del mondo. Non è un dato irrilevante, perché inizia a porre Sinner nelle condizioni di sorpassare grandi del tennis che hanno scritto pagine indelebili. Un esempio? Boris Becker, che fu numero 1 del mondo dal 28 gennaio al 27 febbraio 1991 e poi ancora dall’8 luglio all’8 settembre dello stesso anno, per un totale di 12 settimane. Nel mirino poi ci sono già le 16 settimane di Daniil Medvedev e le 20 di Mats Wilander. Per ora i punti conquistati a Cincinnati sono 600, e consentono all’azzurro di mettere 2000 lunghezze tra sé e i principali rivali, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Il tutto prima dell’ultimo Slam della stagione, dove il suo vantaggio potrebbe aumentare ancora. Sinner infatti deve difendere gli ottavi raggiunti nel 2023, lo spagnolo e il serbo rispettivamente una semifinale e il titolo.

“So che devo migliorare fisicamente, se voglio vincere Slam e grandi tornei – ha spiegato Sinner nel post-gara -. È stata una partita dura, molto emozionante e l’atmosfera è stata straordinaria. Oggi ho avuto degli alti e bassi, ma è normale quando giochi più di tre ore. Zverev ha servito benissimo, posso essere orgoglioso di me. A volte devi giocare un po’ d’istinto, e credo che oggi sia stata questa la mia forza”.

La partita – L’inizio della partita è scandito dalle difficoltà, proprio come era successo nel quarto di finale contro Rublev. Gli errori continuano ad essere tanti e Zverev ne approfitta per spezzare l’equilibrio e prendersi un break di vantaggio sull’1-1, al termine di un pessimo game al servizio. La reazione questa volta non tarda ad arrivare, anche se Sinner mostra come permanga qualche problema sugli spostamenti laterali. L’azzurro alza il livello progressivamente e poi sfrutta un passaggio a vuoto del tedesco, proprio quando è chiamato a chiudere il primo set. Il controbreak anticipa l’inevitabile tie-break, dove Sinner annulla un set-point sul 6-5 prima di chiudere per 11 punti a 9 alla sua terza occasione. Il rovescio di Zverev finisce lungo.

Il secondo set rimarca l’andamento del parziale appena concluso, anche se in momenti diversi. Break di Zverev, controbreak di Sinner. L’esito stavolta però è differente. Sul 6-5, l’azzurro incappa in un nuovo brutto turno al servizio, il tedesco non si fa pregare e costruisce tre set-point. Il secondo è quello giusto, grazie a uno smash sprecato malamente dall’altoatesino. Si va al terzo. Qui l’equilibrio diventa totale: nessuna palla break e solo due volte ai vantaggi. I turni di servizio scorrono rapidi, la fanno da padrona, spingono la semifinale a un nuovo tie-break. È il momento decisivo, e a dominarlo è Sinner. Il numero 1 del mondo alza ancora il ritmo, non concede chance a Zverev, si ritrova tra le mani tre match point e poi chiude alla seconda opportunità, sfruttando ancora con rovescio lungo da parte del tedesco.

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