Voleva che i suoi figli si distinguessero dagli altri e, quindi, ha scelto per loro dei nomi davvero unici. Ed è per questo vittima di vili attacchi online. Ma Crystal Docherty, 34 anni, non ha rimpianti. I suoi figli Stinger, Solitaire-Dior, Shadoramay e Malibu-Alaska sono al centro del suo profilo TikTok da 27mila followers e, per questo, sono altrettanti gli attacchi che riceve dagli utenti del web. “Sono triste e arrabbiata quando mi prendono in giro per i loro nomi. Non si dovrebbe insultare i nomi delle persone. Ce ne sono alcuni che sembrano strani, ma sta a te scegliere i nomi che ti piacciono”, spiega Docherty al New York Post.
Anche perché la donna, che lavora come assistente estetista a Falkirk, in Scozia, è riuscita a dare una motivazione per ciascuno dei nomi dei suoi figli. Una scelta, quindi, consapevole e dettata anche dalle sue radici culturali, ovvero la cultura gipsy. Il più grande è l’unico maschio e lo ha chiamato Stinger in onore del bisnonno, Stinger Loveridge. Ma è per la sua prima figlia che Crystal si è applicata, e non poco. E se il nome della nonna è stato d’aiuto nella scelta, è vero anche che Solitaire è “ispirato al diamante – specifica Docherty -. Poi ho aggiunto Dior perché suonava bene“.
Nella cultura gitana, ‘Shadora’ significa ‘santo’, ma ha aggiunto anche May per renderlo ancora più unico. “Credo sia l’unica al mondo – spiega Docherty -. Ho visto molte Shadora, anche molte May, ma mai insieme”. Per l’ultima figlia, invece, Crystal si è ispirata alla spiaggia di Malibù su suggerimento di sua cugina. E sono state tante le critiche che la donna ha ricevuto per l”insolita scelta dei nomi dati ai suoi figli. Molte volte, gli ‘odiatori’ del web si sono limitati all’insulto, ma in alcuni casi sono andati oltre, arrivando anche a minacciare di morte Crystal e la sua famiglia. “Nella nostra cultura gitana, le persone non hanno problemi con nomi come questi – spiega Docherty -. Non socializziamo molto al di fuori della nostra cultura, quindi quando le persone dicono che i miei figli saranno vittime di bullismo, non è vero”.