Non è semplice capire cosa ci sia dietro alla decisione della Germania di dimezzare, da 8 a 4 miliardi, gli stanziamenti per l’Ucraina nel 2025. Il paese è impegnato in una difficile quadratura del cerchio finanziaria, deve rilanciare l’economia ma non vuole assolutamente sforare i vincoli di bilancio. Ma è possibile che un qualche effetto sulla decisione l’abbia avuto anche l’inchiesta che ha portato all’emissione di un mandato di cattura per un uomo ucraino in relazione al sabotaggio del gasdotto Nord Stream che corre dalla Russia alla Germania sotto il mar Baltico. La responsabilità, insomma, sarebbe di Kiev, sebbene non sia ancora ben chiaro quanto fosse coinvolto il governo ucraino nell’operazione.

Berlino, dopo gli Usa, è il paese che più a speso per supportare gli sforzi bellici ucraini. Sebbene il governo Scholz abbia speso parole di rassicurazione, per ora la borsa legge la decisione come un parziale disimpegno tedesco nel sostegno all’Ucraina e quindi come qualcosa che finirebbe per ridurre le spese per armi e munizioni. I titoli dei produttori sono quindi in calo. La tedesca Rheinmetall arretra di quasi il 3% mentre Leonardo cede l’1%.

In realtà le cose sono ancora un po’ più complicate. L’idea del governo tedesco è quella di andare a pescare i 4 miliardi di differenza dagli asset russi congelati in Europa attraverso uno schema più ambizioso rispetto a quello delineato nel corso dell’ultimo G7. Gli asset di Mosca verrebbero infatti posti a garanzia di un prestito all’Ucraina che, quasi sicuramente, Kiev non sarebbe in grado di ripagare facendo scattare la rivalsa sui beni a garanzia. Una cosa destinata ad indispettire il Cremlino e a complicare ulteriormente le trattative per la fine delle ostilità. prolungando quindi la durata del conflitto e la spesa per armi e munizioni.

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