Tra i dispersi del naufragio del veliero Bayesian a Porticello, vicino a Palermo, c’è anche uno degli esponenti di spicco della finanza britannica, Jonathan Bloomer, 70 anni, presidente di Morgan Stanley International dal 2018, la controllata con sede a Londra della banca d’affari americana.

Classe 1954, Bloomer si è laureato in Fisica presso l’Imperial College di Londra nel 1974. Tra il 1995 e il 2005, ha ricoperto ruoli dirigenziali di rilievo presso il gruppo di servizi finanziari assicurativi Prudential, prima come direttore finanziario e successivamente come amministratore delegato. Ha lasciato l’incarico dopo divergenze con gli azionisti riguardo alla scelta di raccogliere fondi attraverso un’offerta di diritti per finanziare l’espansione nel Regno Unito anziché in Asia.

Lo scorso anno Bloomer è stato nominato presidente del consiglio di amministrazione dell’assicuratore britannico Hiscox. Secondo il suo profilo LinkedIn, Bloomer entrato in Morgan Stanley verso la fine del 2016, ha ricoperto vari ruoli dirigenziali in diversi consigli di amministrazione ed è stato partner della società di consulenza fiscale Arthur Andersen. Tra il 2006 e il 2012 ha lavorato come partner per la società di private equity Cerberus European Capital Advisors, mentre dal 2000 al 2005 ha ricoperto la carica di amministratore delegato presso il gruppo assicurativo Prudential, prima di essere rimosso dal consiglio di amministrazione nel 2005 per presunti errori a lui imputati.

Negli anni è stato a capo di diverse società legate al mondo assicurativo, tra cui Scottish Re tra il 2007 e il 2012, con l’incarico di presidente, e Lucida di cui è stato ceo per sette anni. È tra i fondatori della società immobiliare Change Real Estate. Il settantenne è amico di Mike Lynch, il proprietario dello yacht scomparso insieme alla figlia diciottenne Hannah.

Bloomer è stato chiamato a testimoniare nel processo per frode negli Stati Uniti contro Lynch, conclusosi due mesi fa con la sua assoluzione da parte della giuria di San Francisco, in quanto aveva guidato il comitato di revisione contabile di Autonomy, la società di software di Lynch accusata di aver falsificato i ricavi in modo fraudolento prima della sua acquisizione da parte di Hewlett-Packard nel 2011 per 11 miliardi di dollari.

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