“Il dossier letale”, “il complotto strisciante“, la “ricerca dell’affare sporco”. Dopo il sasso nello stagno lanciato dal direttore Alessandro Sallusti, Il Giornale prosegue la campagna volta a dimostrare l’esistenza di un presunto piano segreto di politica, stampa e magistratura per abbattere il governo per via giudiziaria. Il problema è che la tesi è al limite del fantasy: a quanto risulta pubblicamente, non esistono fascicoli aperti da nessuna parte in Italia né a carico della sorella della premier Arianna Meloni, indicata da Sallusti come bersaglio del complotto, né di alcun attuale esponente del governo, fatta eccezione per la ministra del Turismo Daniela Santanchè, imputata a Milano per falso in bilancio e truffa ai danni dello Stato, e del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, a processo a Roma per rivelazione di segreto. Così, nel disperato sforzo di tenere “caldo” il tema, il quotidiano che fu della famiglia Berlusconi (ora di proprietà del senatore leghista Antonio Angelucci) mette insieme vicende senza alcun apparente legame, dal caso Striano a una copertina del giornale tedesco der Spiegel, trasformandole in tanti puntini di un immaginario disegno oscuro. Tutti “indizi del piano per abbattere il governo”, che “potrebbero essere messi in fila” e “non sono un’invenzione“, assicura – forse per autoconvincersi – l’autore del “retroscena” a pagina 3 dell’edizione di martedì 20 agosto.
Come argomento a sostegno della tesi complottista, nell’articolo si cita ad esempio la discussa intervista del novembre 2023 del ministro della Difesa Guido Crosetto, che al Corriere denunciò misteriose “riunioni” in cui frange estremiste della magistratura discutevano di come “fermare la deriva antidemocratica” del governo. “Non un’accusa campata in aria”, la definisce il Giornale, anche se la cronaca racconta esattamente il contrario. L’uscita infatti fu presa molto sul serio, tanto che Crosetto fu convocato dalla Procura di Roma e chiamato a riferire in Parlamento: si scoprì però che non era a conoscenza di alcun piano eversivo, ma si riferiva semplicemente – a modo suo – ad alcuni interventi pubblici pronunciati durante i congressi di Area e Magistratura democratica, le due correnti progressiste delle toghe. Il Giornale ricorda poi il caso degli accessi abusivi ai database della Dna, definiti “dossieraggi”, per cui il finanziere Pasquale Striano è finito indagato dopo una denuncia dello stesso ministro della Difesa: con un’operazione di notevole cherry picking, cita tra le “vittime” di Striano solo tre esponenti del governo (Crosetto, Adolfo Urso e Giovanbattista Fazzolari) dimenticando le altre centinaia di politici e vip oggetto di ricerche, da Matteo Renzi a Giuseppe Conte a Fedez e Francesco Totti.
Gli altri appigli usati per avvalorare la tesi, poi, sono ancora più improbabili. Si va dall’imputazione coatta ordinata dal gip di Roma a carico di Delmastro (“nonostante il pm avesse chiesto il proscioglimento”) al tentato furto dello scorso dicembre ai danni dell’auto di Andrea Giambruno, ex compagno di Giorgia Meloni, possibile “opera di 007 a caccia di informazioni”. Quindi, par di capire, al complotto per abbattere Meloni parteciperebbero pure i servizi. E persino i giornali stranieri: “In Europa si rispolvera l’arma del fascismo: fa discutere la copertina del settimanale tedesco der Spiegel, che in vista delle amministrative nei Länder dell’est, dove si annuncia una forte affermazione Afd (Alternative für Deutschland, pertito di estrema destra, ndr) lancia l’allarme su una rinascita del fascismo. E nell’articolo si cita anche il caso di Meloni in Italia, immortalata nelle pagine interne fra le foto di Trump, Putin e Orbán”. Un chiaro indizio di un’offensiva di livello sovranazionale. Così “i rumors su una pesantissima inchiesta giornalistica di Report” che avrebbe dovuto coinvolgere il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato della premier, ma che poi, è costretto ad ammettere lo stesso Giornale, non è mai andata in onda. Farà parte del complotto anche questo?