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“Hanno sparato perché scoperti mentre rubavano una marmitta”: quattro arresti per l’omicidio dell’attore statunitense Johnny Wactor di “General Hospital”

L'attore li aveva affrontati perché li ha colti in flagrante mentre cercavano di rubare la marmitta catalitica dalla sua auto

Alla fine giustizia è fatta. Quattro ragazzi sono stati arrestati per l’omicidio dell’attore statunitense Johnny Wactor, star della soap “General Hospital”. Lo ha annunciato il procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, George Gascón. L’attore 37enne era stato ucciso con un colpo di pistola mentre camminava verso la sua auto, il 25 maggio scorso, nel centro di Los Angeles. I quattro accusati – Robert Barceleau, 18 anni, Leonel Gutierrez, 18 anni, Sergio Estrada e Frank Olano, 22 anni – sono stati arrestati giovedì scorso. Wactor li aveva affrontati perché li ha colti in flagrante mentre cercavano di rubare la marmitta catalitica dalla sua auto. La reazione è stata aprire il fuoco contro il malcapitato.

Barceleau è stato accusato di omicidio (in una circostanza speciale di omicidio durante una rapina), tentata rapina e furto aggravato. In caso di condanna, l’accusa potrebbe comportare l’ergastolo ed è attualmente detenuto senza cauzione. Estrada è stato accusato anche di omicidio, tentata rapina e furto aggravato. Gutierrez di tentata rapina e furto con appropriazione indebita e Olano di complicità nell’omicidio e di ricettazione. Tutti e quattro gli arrestati sono accusati di essere stati in possesso di un’arma da fuoco.

“Voglio ringraziare la polizia di Los Angeles per il lavoro svolto e per la collaborazione prestata nel corso delle indagini e per il continuo impegno nel mantenere la sicurezza degli abitanti di Los Angeles e nel rendere giustizia alle vittime di violenza“, ha dichiarato il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, secondo quanto riporta The Hollywood Reporter. “Dobbiamo continuare ad agire in modo aggressivo per rendere la nostra città più sicura. Coloro che commettono crimini devono essere ritenuti pienamente responsabili delle loro azioni”.