Politica

M5s, Grillo vs Conte: “Simbolo, nome e due mandati non si toccano”. Ma l’ex premier tira dritto: “Nessuno decide su cosa si può deliberare”

In un post sul blog, il garante mette i suoi paletti alla costituente lanciata dall'avvocato: i principi fondativi "sono pilastri non negoziabili", scrive. Ma in poche ore l'ex premier risponde con un video sui social in cui lo sfida: "Potremo discutere di tutto, persino rifondarci integralmente"

Simbolo, nome e regola del secondo mandato “sono pilastri non negoziabili” per il Movimento 5 stelle. La presa di posizione, lapidaria e destinata a creare un altro terremoto nel M5s, è di Beppe Grillo. A meno di un mese dagli annunci di Giuseppe Conte sull’assemblea costituente che a fine ottobre dovrebbe dare la parola agli iscritti su tutti i principi fondanti, compresi quelli ritenuti intoccabili, il garante e fondatore pubblica un post sul suo blog personale (dal titolo “Il nostro Dna”) che va nella direzione completamente opposta. Un’esternazione attesa e prevista da molti storici esponenti 5 stelle, che per la prima volta, potrebbe portare a uno strappo definitivo tra i due. Tanto che Conte, dopo poche ore, risponde con un video sui social in cui sfida apertamente la linea dell’ex comico: alla costituente, dice, “potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente: anche il simbolo, la denominazione, le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse. Anche perché non possiamo ammettere che, quando a pronunciarsi è la comunità degli iscritti, si debba decidere da parte di alcuni arbitrariamente e preventivamente di cosa si può discutere, su cosa si può deliberare. In passato non è stato così”.

“Io e Gianroberto abbiamo ancora il Movimento a questi tre pilastri” – Frizioni tra Conte e Grillo si erano già registrate a fine luglio, quando i due si erano inviati delle lettere che esprimevano tutta la divergenza di opinioni: il fondatore aveva chiesto un incontro prima dell’assemblea costituente, fissata per inizio ottobre, il presidente aveva ribattuto che le decisioni spettano ora solo e soltanto alla base. Poi per giorni è regnato un lungo silenzio, fino all’uscita pubblica del fondatore. “Cari attivisti, portavoce e sostenitori del Movimento 5 stelle”, è l’esordio di Grillo nel post intitolato non a caso “Il nostro Dna”, “ci troviamo a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il Movimento 5 stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale“. Il comico parte dal 2013, quando “un grido ci ha spalancato una porta” dietro la quale “c’era un mondo nuovo”. E “come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità abbiamo dovuto convivere con chi quei territori li abitava da tempo e non voleva essere disturbato”. Così, dice, hanno deciso di ancorarsi “a tre pilastri imprenscindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato“.

Il simbolo “è la bussola” – Grillo poi continua spiegando perché ritiene i tre pilastri intoccabili. E lo fa partendo dal simbolo del M5s. “Non è solo un segno grafico”, scrive, “è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi”. E continua: “È il vessillo sotto il quale milioni di cittadini si sono riconosciuti e con il quale abbiamo combattuto battaglie importanti; da cui sono nate idee, valori e speranze condivise, è il segno visibile della nostra lotta per la trasparenza, la giustizia e la partecipazione”. Secondo il fondatore M5s, “un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”.

Il nome è “la nostra identità” – Passando quindi al nome, Grillo dice: “Non è solo una sequenza di suoni o lettere” perché “rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita”. Pronunciare M5s, continua il fondatore, vuol dire “evocare una connessione”, riconoscere “la sua essenza, la sua unicità”. E “cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare. Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. Movimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”.

Il secondo mandato è “la regola da cui tutto ebbe inizio” – Infine, ma non meno importante, Grillo parla della tanto contestata “regola del secondo mandato”, sulla quale si sono già consumate decine di battaglie. “Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio”. Il comico spiega perché, secondo lui, non si può rimettere mano a quel principio: “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l’impegno politico in una professione perpetua significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell’opportunismo”. E aggiunge: “Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno. Questo ricambio garantisce che la politica sia sempre animata da nuove energie, idee fresche e prospettive diverse, preservando così la sua natura dinamica e democratica. È un argine contro la degenerazione del potere e un invito costante al rinnovamento, per evitare che la politica si trasformi in un recinto chiuso, distante dalle vere esigenze di chi davvero ha bisogno”. Per Grillo, la regola del secondo mandato è “un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. E’ la garanzia che il Movimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere, con rappresentanti che portano avanti le idee e non le proprie ambizioni personali”.

La sfida a Conte – Quindi, Grillo chiude mettendo i suoi paletti. L’assemblea costituente del 4 ottobre prossimo dovrà coinvolgere gli iscritti per parlare del futuro del Movimento. Ma, secondo il fondatore e garante, non potrà andare a toccare quelle che sono da considerare le fondamenta: “Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento”, scrive alla fine del lungo post. Un messaggio molto chiaro e rivolto proprio al presidente 5 stelle Giuseppe Conte che, invece, ha ribadito la necessità che siano gli iscritti ad esprimersi. “Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l’unica speranza di cambiamento reale”. Grillo si rivolge quindi a chi lo ha sostenuto dall’inizio e a chi ancora decide di riconoscersi nel Movimento: “Vi chiedo quindi di riflettere profondamente, di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non possiamo permetterci di smarrire la nostra rotta. Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il MoVimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi”. Chiude: “Con determinazione e speranza”. E si firma, non a caso come “garante”, ma anche “custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 stelle“.

La replica dell’ex premier – Nel giro di qualche ora, senza citarlo mai direttamente, Conte risponde a muso duro al garante con un videomessaggio pubblicato sui social in cui rivendica le modalità della costituente: “È la prima volta che un partito, una forza politica in Italia e in Europa realizza questo esperimento di democrazia partecipativa e deliberativa. E guardate, in questo processo non ci sono gerarchie. Io stesso mi metto da parte, insieme ci mettiamo da parte con l’attuale gruppo dirigente”, dice il presidente del Movimento. “Lasciamo che siate voi, iscritti e simpatizzanti, a indicarci le soluzioni, voi a votarle. È per questo che potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente. Sì, anche il simbolo, anche la denominazione, anche le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse”, sottolinea.

“Regole già cambiate in passato, ma ora decidono tutti” – L’ex premier, poi, contesta a viso aperto Grillo ricordando alcuni precedenti: “In passato il simbolo è stato cambiato più volte. È stata cambiata anche la regola del doppio mandato. Ricordate la regola del mandato zero (l’esclusione dal conteggio del primo mandato dei consigieri comunali, introdotta nel 2019, ndr)? Bene, non possiamo ammettere che quando queste decisioni sono prese da due, tre, quattro, cinque persone va tutto bene e quando invece è la comunità degli iscritti, nell’ambito di un processo costituente così coinvolgente e così coraggioso e rivoluzionario, questo non va bene. Allora affrontiamo questo processo con un animo sereno, coraggioso. Affrontiamolo liberando tutte le nostre energie. Dobbiamo rilanciare la nostra originaria carica rivoluzionaria e innovativa. Il sistema politico ha sempre più bisogno del Movimento 5 stelle”, conclude.