Prove su strada

Renault Symbioz, la prova de Il Fatto.it – Compatta, ibrida e razionale – FOTO

Si fa presto a dire Suv. La inedita Symbioz, il modello con il quale la Losanga completa l’offensiva nel segmento C del piano Renaulution, ha l’ambizione di essere qualcosa in più. Misura 4,41 metri di lunghezza e offre cinque posti, quattro dei quali decisamente abitabili, e un bagagliaio flessibile che a seconda della configurazione dei sedili scorrevoli (fino a 16 centimetri) garantisce fra i 492 (addirittura 624 quando sono spostati del tutto in avanti) e i 1.582 litri di capienza.

È un Suv compatto e non troppo alto (1,57), con uno spazio libero da terra di 170 millimetri. E, soprattutto, è Full Hybrid (dall’anno prossimo anche Mild Hybrid), con l’opzione E-Tech da 145 Cv basata sul quattro cilindri benzina da 1.6 litri e 94 Cv che lavora assieme alle unità elettriche di spinta (49 Cv) e starter/generatore e alla batteria da 1.2 kWh per complessivi 250 Nm di coppia.

Accreditata di una percorrenza massima di 1.000 chilometri (48 litri di serbatoio), è stata omologata nel ciclo misto con un consumo minimo di 4,7 l/100 km. Nella prova spagnola fuori Valencia – quindi non lungo il tracciato più congeniale perché in ambito urbano Renault promette fino all’80% del tempo di guida in elettrico e risparmi di carburante fino al 40% – il computer di bordo ne segnale 5,4 dopo 170 chilometri. Un dato comunque interessante non solo per via del percorso, ma anche per il tipo di conduzione, non troppo attenta all’efficienza.

La vettura, del resto, è anche leggera: meno di 1.500 chilogrammi. Per certi versi non è troppo “pesante” nemmeno nel prezzo, che parte dai 33.500 euro della declinazione Techno con cerchi da 18” e, accessori a parte, arriva ai 36.500 della Iconic con cerchi da 19”.

Non eccessivamente silenziosa quando aumenta il numero di giri, la Symbioz – praticamente identica alla Captur nella parte anteriore – ha una visibilità un po’ penalizzata nella parte laterale posteriore, “gonfiata” a beneficio della comodità dei passeggeri e della capacità del vano bagagli. Equipaggiata con un’alimentazione che vanta 150 brevetti in parte sviluppati grazie all’esperienza in Formula 1, la Symbioz si guida molto bene. Non ha prestazioni da circuito (d’altro canto a cosa servirebbero?) con la sua accelerazione da 0 a 100 in 10,6”, ma è estremamente composta e precisa, con uno sterzo diretto. Per incrementarne la razionalità dispone anche della funzione E-Save per mantenere la carica della batteria e ottimizzarne le prestazioni.

La variante meglio accessoriata dispone di 29 tecnologie di sicurezza e assistenza alla guida, incluso l’Active Driver Assist per un’autonomia di guida di livello 2 e guida ibrida predittiva, frenata automatica di emergenza in retromarcia. È previsto anche l’Extended Grip dotato di due modalità specifiche: Snow (neve) e All-terrain (4×4). Anche nel nome, la vettura vuole essere un “compromesso ideale tra l’auto per la famiglia e il veicolo dalla spiccata agilità urbana”. Fra gli accessori compare la tecno-tendina oscurante a cristalli liquidi Solarbay che permette di guadagnare 30 millimetri di spazio per la testa all’interno dell’abitacolo. Funzionali ed ergonomici gli schermi orizzontale del cruscotto (10,3”) e verticale (10,4) per navigazione e infotainment con OpenR Link e Google integrato.

Renault aveva presentato la Symbioz a Parigi nella tarda primavera come una “voiture à vivre”: vissuta su strada l’effetto che ha fatto è stato molto più accattivante di quello percepito a livello statico. Di sicuro non è una macchina banale.