Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la creazione del ministero dell’Unità ucraina. “Stiamo preparando il lancio di una nuova istituzione che garantirà una forza sufficiente dell’unità ucraina globale”, ha detto Zelensky parlando a Dnipro alla riunione dei capi delle istituzioni diplomatiche straniere dell’Ucraina. La nuova istituzione, ha spiegato, avrà la responsabilità di gestire “i legami e le relazioni” di “milioni di persone in altri Paesi” con Kiev, con l’obiettivo di proteggere gli “interessi nazionali” ucraini.

Martedì il parlamento ucraino, la Verkhovna Rada, ha approvato la messa al bando in Ucraina della Chiesa ortodossa russa e delle sue organizzazioni affiliate, ha riferito la rete Rbc-Ucraina. A favore hanno votato 265 deputati su 322. La legge entrerà in vigore 30 giorni dopo la sua pubblicazione. Ora i membri della Chiesa ortodossa russa in Ucraina avranno 9 mesi di tempo per recidere i legami con la Chiesa di Mosca. Dalla Russia è arrivato il commento della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, secondo la quale la decisione è un “atto distruttivo”: “L’obiettivo è distrugge la vera ortodossia canonica e introdurre una falsa Chiesa sostitutiva”, ha dichiarato Zakharova.

Intanto, dal fronte, martedì Mosca ha annunciato che i soldati russi delle forze speciali Akhmat hanno distrutto le unità delle Forze Armate dell’Ucraina che muovevano in direzione Kursk. “Il nemico è già stato fermato e la situazione è sotto controllo”, ha dichiarato all’agenzia Tass il vice capo del Dipartimento politico militare principale delle Forze Armate russe, il maggiore generale Apty Alaudinov. Le autorità della regione russa hanno fatto sapere di aver accertato la morte di 17 persone “a seguito degli attacchi dell’esercito ucraino”. Il comunicato riporta anche che “degli oltre 140 feriti, 75 sono stati ricoverati in ospedale, tra cui quattro bambini”.

Secondo i media ucraini Vladimir Putin avrebbe ordinato ai suoi militari di cacciare le truppe ucraine dalla regione di Kursk entro il 1° ottobre, ma non di ritirare le forze dalle aree chiave del Donbass, nell’Ucraina orientale. In particolare, il presidente russo ha ordinato alle sue forze di restare nelle città di Pokrovsk e Toretsk, nel Donetsk.

Secondo i media ucraini, un ponte provvisorio costruito dall’esercito russo dopo l’inizio dell’incursione sarebbe “scomparso” dai radar, segnale possibile di un altro colpo assestato dalle forze di Kiev alle infrastrutture russe nel Kursk.

Mentre nel Donetsk l’esercito di Mosca avanza lentamente sul fronte, nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle 3 del mattino, l’esercito russo ha colpito un impianto industriale a Ternopil, nell’Ucraina occidentale, provocando un incendio. Sul posto sono attualmente al lavoro i servizi di emergenza, secondo le informazioni dei media locali. Per spegnere l’incendio sono intervenuti più di 90 soccorritori e più di 20 mezzi. Nel raid non sono state registrate vittime. Kiev ha fatto sapere di aver abbattuto 25 droni russi du 26.

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