Nella regione russa di Kursk, insieme ai militari delle forze armate ucraine, ci sono anche alcune compagnie militari private provenienti dagli Stati Uniti. Ne sono convinti in Russia, tanto che il ministero degli Esteri ha convocato Stephanie Holmes, l’incaricata d’affari di Washington nel Paese. Mosca parla di “prove emergenti” della partecipazione di forze americane nell’invasione della Federazione. Da questo momento in avanti, specifica il ministero, avendo sconfinato in Russia, questi militari diventano automaticamente un “legittimo bersaglio” per le forze del Cremlino. Forze che, nel frattempo, continuano a guadagnare terreno sull’altro fronte di guerra, quello del Donetsk, nell’Ucraina orientale. I Russi, seppur lentamente, avanzano. Tanto che nel consueto discorso giornaliero il presidente Volodymyr Zelensky ha ammesso le difficoltà ucraine: “La situazione è complicata, ma i ragazzi stanno facendo di tutto per distruggere l’occupante”.
Mosca reagisce all’offensiva – Mosca ha annunciato che i soldati russi delle forze speciali Akhmat hanno distrutto le unità delle armate ucraine che muovevano in direzione Kursk. “Il nemico è già stato fermato e la situazione è sotto controllo”, ha dichiarato all’agenzia Tass il vice capo del Dipartimento politico militare principale delle forze armate russe, il maggiore generale Apty Alaudinov. Le autorità della regione russa hanno fatto sapere di aver accertato la morte di 17 persone “a seguito degli attacchi dell’esercito ucraino”. Il comunicato riporta anche che “degli oltre 140 feriti, 75 sono stati ricoverati in ospedale, tra cui quattro bambini”. Secondo i media ucraini, Vladimir Putin ha ordinato ai suoi militari di cacciare le truppe nemiche dalla regione di Kursk entro il 1° ottobre, ma senza di ritirare le forze dalle aree chiave del Donbass, nell’Ucraina orientale. In particolare, ha ordinato alle sue forze di mantenere un presidio nelle città di Pokrovsk e Toretsk, nel Donetsk.
“Corpi privati militari Usa nel Kursk” – Ci sono “prove emergenti” della partecipazione di “compagnie militari private americane al fianco delle forze armate ucraine durante l’invasione del territorio della Federazione Russa” nella regione del Kursk. Lo ha comunicato il ministero degli Esteri russo all’incaricata d’affari degli Stati Uniti nel Paese, Stephanie Holmes, dopo averla convocata presso la sua sede. Il ministero ha avvertito quindi che “tutti gli specialisti e i mercenari stranieri che attraversano illegalmente il confine” russo “diventano automaticamente un legittimo bersaglio militare per forze della Federazione Russa”. Inoltre, il ministero ha anche protestato ufficialmente contro l’ingresso “illegale” di giornalisti statunitensi nella regione di Kursk. Mosca ha espresso alla diplomatica una “forte protesta” in relazione alle “azioni provocatorie dei reporter americani che sono entrati illegalmente in Russia per la copertura propagandistica dei crimini del regime di Kiev”.
Il fronte dell’Ucraina orientale – Nel Donetsk l’esercito di Mosca avanza lentamente. Nella notte, intorno alle 3 del mattino, le forze russe hanno colpito un impianto industriale a Ternopil, nell’Ucraina occidentale, provocando un incendio. Sul posto sono attualmente al lavoro i servizi di emergenza, secondo le informazioni dei media locali. Per spegnere l’incendio sono intervenuti più di 90 soccorritori e più di 20 mezzi. Nel raid non sono state registrate vittime. Kiev ha fatto sapere di aver abbattuto 25 droni russi du 26, ma è stato lo stesso presidente Zelensky ad ammettere quanto la situazione sia complessa, soprattutto vicino al polo logistico di Pokrovsk e nei pressi di Toretsk. Nelle ultime ore, il ministero della Difesa di Mosca ha rivendicato di aver preso il controllo anche di Novgorodskoye (N’ju-York o New-York per gli ucraini), che dista meno di 10 chilometri da Toretsk. “C’è stato un rapporto del comandante Syrsky. Al fronte la situazione è difficile, ma i ragazzi stanno facendo di tutto per distruggere l’occupante”, ha dichiarato Zelensky nel suo discorso quotidiano. Syrsky ha dato aggiornamenti anche sul Kursk dove “raggiungiamo gli obiettivi definiti. E la priorità è la ricostituzione del fondo di scambio (i prigionieri di guerra) per l’Ucraina”. Il leader ucraino ha riferito inoltre che “oggi abbiamo discusso del lavoro con i partner riguardo alla difesa aerea. Stiamo preparando i rinforzi, presto riceveremo nuovi sistemi”.
Il nuovo ministero voluto da Zelensky – Il presidente ucraino ha anche annunciato la creazione del ministero dell’Unità ucraina. “Stiamo preparando il lancio di una nuova istituzione che garantirà l’unità ucraina globale”, ha detto Zelensky parlando a Dnipro, alla riunione dei capi delle istituzioni diplomatiche straniere di Kiev. La nuova istituzione, ha spiegato, avrà la responsabilità di gestire “i legami e le relazioni” di “milioni di persone in altri Paesi” con l’Ucraina, con l’obiettivo di proteggere gli “interessi nazionali”.
Kiev mette al bando la Chiesa ortodossa russa – Il parlamento di Kiev, la Verkhovna Rada, ha approvato la messa al bando in Ucraina della Chiesa ortodossa russa e delle sue organizzazioni affiliate. A favore hanno votato 265 deputati su 322. La legge entrerà in vigore 30 giorni dopo la sua pubblicazione. Ora i membri della Chiesa ortodossa russa in Ucraina avranno nove mesi di tempo per recidere i legami con la Chiesa di Mosca. Zelensky ha salutato con entusiasmo la decisione: “Oggi voglio sottolineare il lavoro della Verkhovna Rada. È stata adottata una legge sulla nostra indipendenza spirituale”, ha affermato il presidente sui social media. Dalla Russia è arrivato il commento della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, secondo la quale la decisione è un “atto distruttivo”: “L’obiettivo è distrugge la vera ortodossia canonica e introdurre una falsa Chiesa sostitutiva”, ha dichiarato Zakharova.