Aveva scelto di non partire con i colleghi per la vacanza a bordo del Bayesian, lo yacht affondato all’alba del 19 agosto nelle acque di fronte a Palermo. Ma Stephen Chamberlain non si è salvato comunque. Il cinquantenne ex vicepresidente finanziario di Autonomy, la società informatica fondata dal magnate britannico Mike Lynch – proprietario del veliero e disperso insieme ad altre cinque persone – è morto poche ore prima, sabato 18 agosto, investito da un’auto mentre faceva jogging a Stretham, nel Cambridgeshire. Un’incredibile coincidenza su cui si sono avventati i tabloid inglesi, parlando di una “maledizione” attorno ai vertici dell’azienda, finiti sotto processo negli Usa e assolti appena due mesi fa.
Chamberlain, infatti, è stato imputato insieme a Lynch per frode e falso in bilancio per la vendita di Autonomy al colosso dell’informatica Hewlett-Packard, conclusa nel 2011 per oltre 11,1 miliardi di dollari (8,6 miliardi di sterline). Secondo la Procura di San Francisco, i due avevano elaborato un meccanismo contabile per aumentare fittiziamente il valore dell’azienda, poi svalutata di ben 8,8 miliardi da Hp appena un anno dopo l’operazione. A giugno, però, erano stati assolti contro tutti i pronostici. Dopo aver lasciato Autonomy nel 2012, Chamberlain aveva lavorato come direttore operativo per la società di sicurezza informatica Darktrace, sempre legata a Lynch.