Maxi ricerca, con l’ausilio di cani molecolari e di una ruspa, per trovare tracce dell’ereditiera Ana Maria Henao Knezevich nel Vicentino: la 40enne, originaria della Colombia e residente da 18 anni negli Stati Uniti, è sparita nel nulla dallo scorso 2 febbraio mentre si trovava a Madrid con un’amica. L’input di avviare le ricerche della donna a Cogollo del Cengio, piccolo comune della provincia di Vicenza, sarebbero arrivate dagli Stati Uniti dopo l’arresto del marito della 40enne per il presunto coinvolgimento nel sequestro di persona e nella sparizione della donna.

La donna era giunta a Madrid nel dicembre 2023, in fuga da una tormentata separazione dal marito, David Knezevich, dopo 13 anni di matrimonio. L’uomo di origini serbe ma naturalizzato americano è stato arrestato all’aeroporto di Miami, dopo essere arrivato con un volo da Belgrado. Secondo fonti investigative Usa l’uomo avrebbe dato alcune indicazioni precise su dove ritrovare la donna. Da qui sono partite le ricerche in un’area boschiva lungo la strada del Costo a Cogollo del Cengio.

Mercoledì mattina con una ordinanza del sindaco è stata chiusa una strada circondata da una fitta boscaglia. Per tutta la giornata gli uomini del vicequestore Lorenzo Orestesi, che dirige la squadra mobile di Vicenza, due poliziotti spagnoli, il reparto della scientifica della Questura berica con il supporto di cani molecolari e di una ruspa, insieme ai vigili del fuoco hanno battuto la zona palmo a palmo senza però al momento avere alcun riscontro. Le ricerche proseguiranno giovedì. Si tratta di un’area particolarmente impervia e ricca di vegetazione, dove non è semplice individuare l’eventuale luogo di sepoltura di un cadavere.

Con la moglie Ana Maria, David Knezevich aveva messo in piedi negli Stati Uniti varie imprese di affitti di appartamenti turistici e di materiale informatico che avevano prodotto utili milionari. E sarebbe stata proprio la divisione del patrimonio, del quale Ana Maria reclamava il 50%, il movente economico ipotizzato dagli inquirenti spagnoli all’origine del presunto crimine. Secondo l’istruttoria coordinata dalla sezione per la violenza di genere del Tribunale, citata da vari media iberici, Knezevich sarebbe entrato nel domicilio di Ana Maria, in Calle Francisco Silvela a Madrid, con il volto coperto da un casco di motociclista. Le telecamere di sicurezza avrebbero registrato la sua immagine mentre entrava nell’edificio per poi uscirne con una voluminosa valigia che, secondo i sospetti, poteva contenere il corpo della consorte.

L’accusato ha sempre negato di essere stato nella capitale iberica e sulla scena del presunto crimine. La polizia spagnola, che nell’inchiesta ha contato sull’appoggio delle polizie di vari Paesi, fra cui la Serbia, ha ricostruito che l’uomo lasciò Belgrado il 30 gennaio per farvi ritorno il 5 febbraio, attraversando in auto la frontiera con la Croazia. Un itinerario che non escluderebbe il passaggio sulla statale vicentina.

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