Jannik Sinner positivo per contaminazione involontaria al Clostebol, scagionato dall’l’International Tennis Integrity Agency (Itia) ma con 400 punti in meno, quelli conquistati al torneo di Indian Wells, e il montepremi in denaro tolto dalle sue casse. Il tennista italiano si lascia alle spalle “un periodo impegnativo e sfortunato” ma per alcuni i dubbi e le perplessità sul caso – come le dichiarazioni su X di Nick Kyrgios – rimangono, soprattutto a Nicola Pietrangeli. “Quello che non capisco è perché gli hanno tolto i punti e i soldi conquistati a Indian Wells se è innocente? Io sono sicuro che Jannik lo sia e al posto suo avrei fatto ricorso per farmi ridare i punti e i soldi che ha guadagnato nel torneo californiano”. Anche la decisione del Tribunale non ha pienamente convinto l’ex tennista: “Questo Tribunale indipendente mi convince poco, è una decisione che lascia dubbi. Credo che Jannik abbia deciso di non fare ricorso perché consigliato dai suoi legali ma se fosse successo a me io non avrei accettato che una decisione a metà. Se sono innocente voglio i punti e i soldi che mi spettano“. Pietrangeli e non ci sta e chiede chiarezza e giustizia.
I risvolti della vicenda sul Caso Sinner
Il medicinale contente il Clostebol – agente anabolizzante e sostanza proibita dall’Itia – è il Trofodermin ed era stato acquistato il 13 febbraio dal preparatore atletico di Sinner, Umberto Ferrara, in una farmacia di Bologna. La crema è stata portata negli Usa: il fisioterapista Giacomo Naldi ha utilizzato la pomata per rimarginare un taglio al dito durante il periodo dell’Indian Wells. Negli stessi giorni, il fisioterapista ha massaggiato Sinner contaminandolo involontariamente. In che modo? Il tennista soffre di dermatite al piede e alla schiena, quindi spesso sono presenti dei piccoli tagli cutanei: proprio durante i massaggi di routine, la pelle avrebbe assorbito il Clostebol che Naldi aveva sul dito.