Le pratiche schiaviste del passato sono statisticamente collegate alla ricchezza attuale dei membri del Congresso degli Stati Uniti. Uno studio condotto da Neil Sehgal dell’Università della Pennsylvania, e Ashwini Sehgal della Case Western Reserve University, ha infatti concluso che coloro i cui discendenti di chi aveva ridotto in schiavitù 16 o più persone hanno un patrimonio netto di ben 5 volte superiore ai legislatori statunitensi i cui gli antenati non avevano schiavi. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Plos One.

Ricerche precedenti avevano già collegato gli effetti intergenerazionali della schiavitù alle attuali disuguaglianze, alla povertà, all’istruzione, al comportamento di voto e all’aspettativa di vita negli Stati Uniti. Tuttavia, non era chiaro in che misura la schiavitù avesse contribuito alle attuali condizioni sociali ed economiche. Nel 2023, l’agenzia Reuters ha pubblicato una serie di indagini che hanno raccolto informazioni sulla discendenza degli schiavisti per tutti i 535 individui che erano membri del Congresso degli Stati Uniti al 15 aprile 2021.

Ora, per aumentare la comprensione delle ricadute nel lungo termine della schiavitù negli Stati Uniti, i ricercatori hanno incrociato le informazioni di quel rapporto con le autodichiarazioni di natura finanziaria dei membri del Congresso. L’analisi dei dati ha quindi rivelato il legame tra antenati schiavisti e attuale patrimonio, anche tenendo conto di fattori demografici, tra cui età, sesso, razza, etnia e istruzione.I ricercatori mettono in chiaro che i legislatori non sono personalmente responsabili delle azioni dei loro antenati. Tuttavia, i risultati forniscono ulteriori evidenze su come le pratiche schiaviste proiettino i loro effetti ancora oggi.

I ricercatori ammettono l’esistenza di una serie di limiti del loro studio. Ad esempio, i risultati non indicano i meccanismi specifici tramite cui la proprietà di schiavi ha avuto ripercussione sulla ricchezza degli eredi. Inoltre, il set di dati è piccolo, non tiene conto della schiavitù prima della fondazione degli Stati Uniti, nel 1776 e non prende in considerazione attività finanziarie e altre informazioni che i legislatori non sono tenuti a divulgare. E poiché i membri del Congresso degli Stati Uniti tendono ad essere più ricchi, i risultati non possono essere estesi ad altri politici statunitensi o al pubblico in generale.

Ulteriori ricerche potrebbero aiutare a definir eil quadro con maggior precisione, cosa che potrebbe agevolare gli sforzi per affrontare le attuali disparità sociali ed economiche. “I membri del Congresso hanno un potere significativo nel modellare le politiche e stabilire le agende nazionali”, commentano i ricercatori. “Comprendere le disparità di ricchezza all’interno di questo gruppo influente può guidare le discussioni sull’equità economica e motivare i legislatori a sostenere politiche che affrontano le ingiustizie storiche”, concludono.

di Valentina Arcovio

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