La donna era volata in Turchia per rimuovere la pelle in eccesso. Ci sono voluti 9 interventi chirurgici per rimediare all'infezione
Doveva essere un intervento per rimuovere la pelle in eccesso. Non un ritocchino di bellezza qualsiasi, ma un regalo da concedersi per i sacrifici fatti dopo aver perso 76 chili. E per fare l’operazione è volata direttamente in Turchia: rimozione della pelle in eccesso, lifting al seno e protesi mammarie. Interventi di routine, insomma. Ma quando si è svegliata dopo la sala operatoria non poteva a credere a quello che stava succedendo.
È la storia di una donna di 33 anni, Sara Platt, che ha raccontato a ITV News che il suo seno era “completamente viola” e ha ammesso di aver provato un enorme dolore, al punto da chiedere alle infermiere di ucciderla. E nove giorni più tardi, quando lei e suo marito hanno tolto le bende, “un liquido marrone ha iniziato a fuoriuscire dal mio corpo. Ero tipo ‘i miei organi stanno per uscire’. Loro mi avevano detto che sarei stata a bordo piscina entro tre giorni, ma stavo marcendo in una stanza d’albergo”.
L’infezione si era diffusa. Per questo, il medico turco ha deciso di intervenire nuovamente a livello chirurgico. Ma questa volta le è stata somministrata un’anestesia locale e, per questo, Sara era sveglia mentre il chirurgo operava sulla ferita nel suo stomaco. “Gli hanno passato uno strumento rovente, mi bruciava. Mi perseguiterà ogni giorno, notte, per il resto della mia vita. Ha rovinato la mia vita. Potevo sentire il sibilo della mia pelle, mi sentivo come se andassi in fiamme”, ha spiegato la 33enne.
Inizialmente, però, a Sara era stato detto che “non c’è infezione, non ti sei riposata dopo l’operazione quando avresti dovuto farlo”, aveva scritto l’agenzia turca alla donna. Ma un documento dell’ospedale, riporta Mirror, affermava che l’intervento “non era andato come previsto” e che sarebbe stato necessario un altro intervento chirurgico entro sei mesi.
“Non tutta la pelle e il grasso in eccesso sono stati rimossi durante l’operazione… la schiena deve essere rifatta perché c’è un accumulo di tessuto adiposo al centro della schiena della paziente, causando una gobba”, si legge nel documento.
Una situazione paradossale per la donna, che è dovuta quindi tornare a casa per essere curata dal chirurgo plastico Ian Whitaker. “Quello di Sara è stato un caso devastante con un’infezione significativa e molta necrosi del tessuto – spiega il medico -. Era una situazione potenzialmente mortale; se ci fosse stato un ritardo nel ricovero o nel trasferimento, ci sarebbe stato sicuramente un rischio di mortalità”.
Da quel momento, Sara ha subito nove interventi chirurgici e le ferite resteranno per sempre sul suo corpo: tra queste un innesto cutaneo di 8 cm di larghezza sul suo stomaco, che ha limitato la sua mobilità fisica.
E ora, la 33enne si impegna a denunciare, affinché non ci siano altri casi come il suo. Ma l’agenzia cosmetica, per conto di un portavoce, ha negato le affermazioni di Platt. “Otteniamo tutti i documenti necessari e legalmente obbligatori, le approvazioni e i moduli di consenso da lei e la informiamo su tutti i processi prima di eseguire qualsiasi procedura – spiega il portavoce -. Inoltre, vorremmo informarla che siamo solo gli intermediari in questa vicenda. Non siamo un ospedale o un medico in questo caso”.